Monica e Davide promessi sposi a giugno, ma c'è il Coronavirus: «Il piano B? L'anno prossimo»

Falerone, Monica e Davide promessi sposi a giugno, ma c'è il Coronavirus: «Il piano B? L'anno prossimo»
FALERONE - Sabato 13 giugno. Era questa la fatidica data, quella fantasticata e poi scelta da Davide Cruciani e Monica Bernetti, due giovani di Falerone che in quel giorno...

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FALERONE - Sabato 13 giugno. Era questa la fatidica data, quella fantasticata e poi scelta da Davide Cruciani e Monica Bernetti, due giovani di Falerone che in quel giorno avrebbero dovuto sposarsi. Invece, come tante altre coppie, sono stati costretti a rinunciare momentaneamente al loro giorno più bello. Ma i due giovani – 33 anni lui e 27 lei – non si sono persi d’animo. Stanno insieme da sei anni e sanno che non sarà certo il Coronavirus a rovinare il loro futuro insieme. 


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«La scorsa settimana abbiamo saputo che i matrimoni previsti a giugno sono stati rimandati. Ci è dispiaciuto perché era quasi tutto pronto, ma abbiamo pensato a un piano b». La coppia ha fissato una nuova data: il 27 agosto. Un giovedì, perché la villa che hanno scelto per il ricevimento, nei weekend di quel periodo, era già stata prenotata. La speranza è che, tra qualche mese, il virus sarà solo un brutto ricordo e che le cose saranno tornate alla normalità. Se così non fosse, i ragazzi convoleranno a nozze a giugno dell’anno prossimo, «il nostro piano di emergenza», lo chiamano. Chi ci è passato, sa bene che significa organizzare un matrimonio. Che i dettagli a cui pensare sono infiniti e che bisogna cominciare per tempo. Così avevano fatto Davide e Monica.


Per prima cosa avevano prenotato il ristorante, una villa a Loro Piceno. «L’abbiamo fermata lo scorso maggio e già c’erano prenotazioni per il 2021. Abbiamo preso l’unico sabato di giugno rimasto libero», raccontano. Poi il luogo della cerimonia, la chiesetta romanica di San Paolino, a Falerone, piccola e molto suggestiva. Poi, ancora, il fotografo, le fedi, l’intrattenimento per il ricevimento, gli inviti e tutto il resto. Nell’armadio, Monica ha già pronto l’abito da sposa. L’ha scelto con cura, come ogni giovane che si appresta all’altare. Per prendere il suo vestito, Davide ha aspettato un po’ di più. Quando ha deciso che era arrivato il momento, i negozi erano ormai stati chiusi. Indecisi tra sud-est asiatico e Australia, il viaggio di nozze non l’avevano ancora prenotato. E, nell’incertezza del periodo, le partecipazioni avevano aspettato a spedirle. Ma i 250 invitati sono pronti a festeggiarli, quando sarà il momento. La maggior parte abita in zona, ma ci sono anche alcuni ex compagni di università di Davide che sarebbero dovuti arrivare da Bologna. «Avevamo prenotato un b&b, ma abbiamo dovuto disdire. Se si tornerà alla normalità, trovare posto a fine agosto potrebbe essere un problema. Speriamo bene», spiega il ragazzo che fa l’ingegnere in un’azienda metalmeccanica di Tolentino. Monica è laureata in Economia e sta cercando lavoro. Tra blocchi e restrizioni, anche il cantiere della loro casa si è fermato. Per ora vivono in famiglia e, anche se abitano solo a un paio di chilometri di distanza uno dall’altra, non si incontrano da settimane. «Ci vediamo in videochiamata – spiegano –, non è come stare insieme ma per ora ci accontentiamo». «Monica è un po’ rattristata da questa situazione. Io – dice Davide – cerco di tirarla su di morale e di concentrarmi su altro. Provo a non pensarci, ma non è facile. Era il nostro momento e avremmo voluto viverlo al meglio. Aspetteremo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico