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FERMO - Imprenditori uniti contro le sanzioni. Confindustria Fermo lo esprime con le parole, Confartigianato con i numeri. In Russia non si sa ma nel distretto calzaturiero le sanzioni cominciano a far male. E gli imprenditori non ci stanno. «Con le sanzioni verso la Russia si stanno fermando i nostri soldi» afferma Arturo Venanzi, presidente reggente di Confindustria Fermo. Se qualche pagamento dalla Russia sta arrivando (attraverso triangolazioni e banche non russe), la maggior parte dei clienti non riesce a far arrivare i soldi ai fornitori marchigiani.
La rabbia
«Così non si danneggia il russo ma l’imprenditore» tuona ancora Venanzi che chiede una corretta interpretazione delle sanzioni.
Il piano
Confindustria Nazionale e Assocalzaturifici stanno lavorando per trovare una soluzione condivisa a questo problema che sta diventando sempre più grave. Magari prima dell’Obuv, la fiera in programma a Mosca dal 26 al 29 aprile a cui sono iscritte 50 imprese moda del Fermano-Maceratese. Ma la guerra sta continuando e la data si avvicina sempre più. Dal canto suo Confartigianato ha reso noti i risultati di un questionario al quale hanno risposto in forma anonima circa 300 imprese tra Macerata, Ascoli e Fermo. Circa 60 le imprese fermane coinvolte mentre sfiorano le 70 quelle di moda. Secondo le risposte, il 38,3% delle imprese aveva previsto delle assunzioni, ma ha dovuto rinunciare per l’effetto boomerang delle sanzioni. Il 27,1% prevede un taglio del personale per gli stessi motivi. Infine, i due terzi degli intervistati sarà costretto a rinunciare a qualche investimento programmato nella sua azienda per gli effetti della guerra e quasi un imprenditore su 3 ricorrerà ad ulteriori forme di finanziamento/sostegno alla liquidità sempre a causa delle sanzioni.
Il futuro
«I nostri imprenditori ci hanno espresso tutto il loro malcontento e le preoccupazioni, perché la strada intrapresa sta aggravando quella crisi già partita con lo scoppio della pandemia» è il commento del presidente di Confartigianato Enzo Mengoni. Dunque le sanzioni si stanno rivelando un boomerang per il nostro tessuto produttivo ed in particolare nel settore trainante dell’economia locale che è quello calzaturiero. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico