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FERMO - «Spero che qualcuno si metta una mano sulla coscienza e intervenga altrimenti non so quale potrà essere il nostro futuro». Il commento è di Meri Pistolesi, titolare della Lavanderia “La Sorgente” di Fermo, da 27 anni dedita con passione e professionalità ad un lavoro che oggi sente a forte rischio per il caro energia e tutti gli aumenti collaterali che limano al minimo sostenibile il margine di guadagno.
I consumi
«In lavanderia di energia elettrica se ne consuma tantissima tra lavatrici, lavatori a secco, essiccatori, manichini e ferri da stiro sempre accesi che assorbono più di tutto. Le mie bollette sono triplicate rispetto al pre-pandemia. A giugno del 2020 pagavo 237 euro, a giugno 2021 la bolletta era di 362 euro, quella di questo giugno è di 650 euro. Prendo come riferimento giugno perché fa parte del trimestre in cui si lavora di più, coincidente con il cambio stagione invernale e quindi con l’incremento dei capi pesanti che lavoriamo. Ma non di soli costi energetici è il problema. Occorre ammortizzare anche gli aumenti indiscriminati di tutto il materiale necessario per il nostro lavoro, come ad esempio il percloro che è un derivato dal petrolio. O le bobine di plastica Se poi ci mettiamo sopra il costo del riscaldamento che a breve dovremo accendere, la frittata è fatta.
La preoccupazione
Anche Roberta, titolare dell’omonima lavanderia di Porto San Giorgio, sulla piazza da 20 anni, è molto preoccupata per l’aumento dei costi: «Non so da cosa dipendono questi aumenti, dalla guerra, dalla borsa di Amsterdam, dalla speculazione, sta di fatto che stiamo lavorando per fare pari. Le mie bollette sono raddoppiate, dai circa 350 abituali l’ultima è di oltre 600 euro e ho dovuto chiedere la dilazione in 3 rate per poterla pagare. Avevo fatto anche il cambio fornitore di energia per risparmiare, ma non c ‘è salvezza. La mia forza è stata sempre la competitività dei prezzi, così mi sono limitata ad incrementarli di soli 50 centesimi, pena la perdita di clienti, ma lavoro senza guadagnare». Fa tutto da solo e quindi è meno preoccupato anche Galizio Scopetta della Lavanderia Ecologica di Montegiorgio, da 32 anni presente sul territorio: «Abbiamo già avuto problemi durante la pandemia da Covid, con il drastico calo di clienti. C’è stata ripresa quando sono ricominciate le cerimonie.
È vero i prezzi dell’energia si sono alzati di almeno un terzo, ma io nel frattempo avevo preso accorgimenti per risparmiare, sostituendo le grandi caldaie con quelle più piccole. Osservando la tendenza dei consumatori vedevo che non arrivavano più tanti cappotti da lavare e stirare, sostituiti da capi di moda diversi, per i quali non serviva più tanto vapore, così mi sono attrezzato. Inoltre sto valutando di diminuire i Kilowatt a disposizione, da 17 a 10, non usando in contemporanea ferro da stiro e lavatrici, per contenere i costi fissi di energia elettrica. Mi metto dalla parte delle famiglie che vivono lo stesso disagio dei rincari e cerco di contenere anche i prezzi. Infatti ho ritoccato di 50 centesimi solo il prezzo di camicie e pantaloni che richiedono più stirature. Tutto il resto per ora è rimasto invariato».
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Corriere Adriatico