Amandola, il nuovo arcivescovo in trasferta fra i Sibillini del sisma

Amandola, il nuovo arcivescovo in trasferta fra i Sibillini del sisma
AMANDOLA - E’ un abbraccio sigillato da un’accoglienza calorosa quello che la popolazione ha riservato al nuovo arcivescovo Rocco Pennacchio. Nonostante il freddo e la...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
AMANDOLA - E’ un abbraccio sigillato da un’accoglienza calorosa quello che la popolazione ha riservato al nuovo arcivescovo Rocco Pennacchio. Nonostante il freddo e la nevicata in corso in molti hanno atteso l’arrivo in piazza Risorgimento, davanti al Comune dove ad attendere l’arcivescovo c’erano il sindaco Adolfo Marinangeli, l’amministrazione comunale, autorità militari e civili.


Applausi, sorrisi e tanto entusiasmo da parte di tutti. Riconoscenza anche per il fatto che il neo arcivescovo, subito dopo il suo insediamento, ha voluto visitare Amandola come segno di vicinanza alle popolazioni delle zone terremotate. Ricevimento ufficiale prima nella sala consiliare del Comune, dove il sindaco ha espresso i saluti di tutta la popolazione del territorio.

«Questa è una città aperta all’accoglienza – ha esordito il sindaco – dove i ragazzi stranieri rifugiati si sono integrati con la comunità che li ha accolti molto bene. Oggi lavorano nelle aziende del territorio e hanno una vita dignitosa. Nel 2014 abbiamo fatto un accordo col prefetto e Protezione civile per dare dignità a questi giovani. Il Signore ha mandato lei per aiutarci in questo momento difficile; c’è bisogno di tutto, ma soprattutto di speranza e fede per essere comunità forte e integrata».

«Per i drammi – dice l'arcivescovo Pennacchio - nell’immediato non ci sono soluzioni ma fanno sempre scaturire ancor più la spontaneità del trovarsi insieme». Ricorda gli apostoli che dopo la morte di Gesù hanno cercato di ritrovarsi di nuovo tra loro. «Nel bisogno c’è sempre l’esigenza di fare comunità, di rinsaldare i legami di affetto e amicizia. Questi valori sono anche la linfa che accompagna la ricostruzione. L’individualismo per i cristiani non è tollerabile. Il mio suggerimento e impegno è quello di mantenerci uniti. Ma anche con lucidità comprendere le reali esigenze e priorità». In seguito ha ccelebrato la messa al Beato Antonio. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico