OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Qualche considerazione sugli Oscar imminenti, saranno consegnati nella notte tra domenica e lunedì, se abitate vicino a una delle sale che trasmettono la serata seguitela lì, fra pazzi cinefili ci si diverte tanto. 1) I rumors della vigilia preannunciano il trionfo di "Oppenheimer", e preferisco Scorsese ma sarebbe un premio ben dato, Nolan ha realizzato un filmone, tre ore secche e volano che non te ne accorgi, fra discussioni scientifiche e dilemmi etici e analisi dei meccanismi del potere e due processi di cui uno non ufficiale e la prima atomica che esplode a Los Alamos. Una megaproduzione adulta, mentre da una decina d'anni gli studi hollywoodiani sembravano disposti a investire forte (quasi) solo sui cinenomics. 2) In generale, le nomination per il Miglior Film sono condivisibili. Il magnifico "Killers of the Flower Moon": il massacro degli indiani Orage rievocato da Scorsese.
"La zona di interesse" di Jonathan Glazer: le ciminiere di Auschwitz sullo sfondo, in primo piano la vita quotidiana dei nazisti ripresi come in un reality show, una videocamera per ogni ambiente. Due piccoli, vitalissimi film intimisti come "Past Lives" e "The Holdovers". Il thriller già Palma d'Oro "Anatomia di una caduta", che la Francia incredibilmente non ha eletto a proprio rappresentante ragion per cui non concorre alla statuetta per il Film straniero. Dentro c'è un litigio coniugale degno di Bergman, e Sandra Hüller è favolosa. "Povere creature!": il "Frankenstein" femminista di Lanthimos.
Emma Stone è bianca e pure etero (ahi ahi), ma in "Povere creature!" interpreta una donna che la sua libertà (sessuale) se la prende senza chiedere il permesso a nessuno. Lily Gladstone di contro è la prima nativa americana nominata. Però in Killers è una vittima passiva: capisce ciò a cui andrà incontro e non reagisce, non combatte. «Non un buon esempio per le donne di oggi e di domani»: qualcuno lo dirà, se non l'ha già detto. 5) Per l'Italia corre il solo Matteo Garrone e "Io, capitano" non sarà proclamato Miglior film straniero. Giustamente. Manca della scena finale: ciò che attende il valoroso protagonista una volta raggiunto il territorio italiano. Lo ha notato pochi giorni fa il critico del New York Times.
Si parva licet, aveva scritto la stessa cosa quella brutta persona che parla di cinema sul Corriere Adriatico e non cade in deliquio di fronte a ogni film di produzione nazionale. Per Garrone è comunque un ottimo risultato essere entrato in cinquina: si è fatto conoscere negli Usa dove fino a oggi non è che fosse granché considerato. Consiglio non richiesto: ora la smetta di rifare "Pinocchio" ("Io, capitano" è "Pinocchio": l'amico è Lucignolo, Geppetto diventa la madre, la Balena la barca, il Grillo Parlante quello che in Europa c'è stato e gli consiglia di non partire, manca solo la Fata Turchina).
*Opinionista e critico cinematografico
Corriere Adriatico