La nuova strada e un casello che portano a casa Leopardi

La nuova strada e un casello che portano a casa Leopardi
Una strada può cambiare pelle a un territorio. Può portare benefici, innescare cambiamenti. È spesso la precondizione per lo sviluppo economico e sociale ed...

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Una strada può cambiare pelle a un territorio. Può portare benefici, innescare cambiamenti. È spesso la precondizione per lo sviluppo economico e sociale ed è essenziale per le imprese, per i lavoratori e per attrarre investimenti, per potenziare il turismo, per evitare lo spopolamento di alcune zone piuttosto che altre. D’altronde, per avere un’idea di come funzioni basti pensare alla superstrada Val di Chienti che fino a non molti anni fa era una qualsiasi quattro corsie di collegamento tra l’entroterra maceratese e Civitanova mentre dal 2016 è diventata il principale collegamento con l’Umbria.

In un’ora si va dall’Adriatico al cuore del polmone verde d’Italia. E i riflessi di una svolta così epocale si sono subito visti in termini di presenze turistiche e rilancio commerciale, soprattutto d’estate. Mai tanti umbri (folignati in particolare) hanno frequentato con assiduità e facilità le nostre coste. Un boom di presenze di cui ha beneficiato in particolare Civitanova. Ma anche tutto il litorale del Fermano ha raccolto i suoi frutti. Presenze che poi hanno portato anche a una ritrovata vivacità nel mercato immobiliare (tanti umbri hanno comprato una seconda casa estiva o affittano abitazioni per la stagione) e a una serie di investimenti (tante imprese si stanno sviluppando o hanno annunciato aperture lungo l’asse stradale). In queste settimane, complice anche una encomiabile iniziativa delle associazioni di categoria del mondo produttivo, ovvero Cna, Confcommercio, Confartigianato, Confindustria e Coldiretti, che hanno organizzato un convegno per rimettere al centro proprio la questione infrastrutture, si è tornati a parlare con forza di un’altra via di collegamento nel Maceratese, la Val Potenza.

Un altro asse perpendicolare alla costa che consentirebbe, specie se realizzato a quattro corsie, di interconnettere tutti i comuni che si affacciano sulla vallata del fiume Potenza (confine nord della provincia di Macerata) dalla costa, da Porto Potenza, fino a Macerata e, in prospettiva, fino all’Umbria. Un altro percorso veloce per raggiungere l’entroterra di cui si parla da molti anni e che ora, grazie al pressing del mondo associativo e imprenditoriale e a una favorevole congiuntura politica (la filiera istituzionale, dal territorio al Governo passando per Provincia e Regione, è guidata dalla stessa coalizione politica: il centrodestra), è tornato fortemente di attualità. Un collegamento urgente vista la situazione emergenziale in cui si trova quella zona dal punto di vista della viabilità nonostante la grande valenza manifatturiera e industriale insita nell’area. Senza contare l’attrattività della zona dal punto di vista turistico. Basti citare un nome: Leopardi.

Molte le novità previste in prospettiva per la Val Potenza. Intanto il nuovo casello autostradale tra Porto Recanati e Porto Potenza Picena per il quale, secondo quanto riferito dal presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, siamo in fase avanzata di progettazione e bisogna ora dare l’ultimo input per arrivare alla cantierizzazione dell’opera. Poi c’è il discorso del collegamento tra Macerata e Villa Potenza che si connette all’intervalliva Macerata-Sforzacosta e al nuovo ospedale cittadino. Infine l’ampliamento della Sp361 fino a Castelraimondo e all’intersezione con la Pedemontana delle Marche nel tratto Matelica-Muccia. La camera di commercio delle Marche ha promosso uno studio, redatto da Uniontrasporti. Lo scopo del documento è di sintetizzare le priorità indicate dal mondo associativo e imprenditoriale marchigiano su cui occorre intervenire per uscire dall’isolamento.

Ebbene, rivedendo totalmente la Val Potenza, con raddoppio di corsie, lo studio ha evidenziato, secondo quanto riferito dal direttore di Uniontrasporti Antonello Fontanili, come per ogni euro che viene investito in questo intervento c’è la possibilità di portare sul territorio un valore aggiunto di 3,8 volte quanto investito. La valutazione inversa: se questo collegamento non venisse fatto il territorio subirebbe una perdita di attrattività a causa della viabilità scadente pari a circa 2 miliardi nei prossimi 25 anni. I territori dell’entroterra collinare e montano saranno sempre meno appetibili se non interconnessi in modo efficiente a livello infrastrutturale. Certamente in questa fase la sfida riguarda soprattutto il centrodestra che governa in molti comuni del Maceratese, in Provincia, in Regione e guida il governo. Una filiera da sfruttare per portare a casa risultati per il territorio che aspetta. La scommessa è lanciata, i fondi, anche grazie al Pnrr, potrebbero arrivare. Intanto ci sono quelli per la progettazione, la Provincia si sta dando da fare. Ora la politica deve mostrare unità e decisione. Al di là degli interessi di bottega. È in gioco il futuro e lo sviluppo dei nostri territori. Non è tempo di sterili divisioni partitiche. Remiamo tutti dalla stessa parte.

* Giornalista del Corriere Adriatico
caposervizio della redazione di Macerata

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Corriere Adriatico