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La scorsa settimana sono arrivate due buone notizie per l’ecosistema regionale delle start-up. Giovedì scorso è stato presentato l’incubatore di imprese innovative Unicorn che ha sede ad Ancona nello storico locale del ristorante al Passetto. L’iniziativa si propone di attrarre talenti imprenditoriali anche da fuori regione e intende favorire il finanziamento delle nuove iniziative sia con operazioni di crowdfunding (cioè fondi raccolti di una vasta platea di investitori) sia attraverso la rete degli imprenditori coinvolti. Sabato 25 settembre è stata inaugurata a Castelfidardo, nei locali di una ex-fabbrica di fisarmoniche, la sede di We at Co, un’iniziativa di promozione e sviluppo di nuove idee imprenditoriali ideata nell’ambito della sezione Problemi Sociali e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Ancona e realizzata in collaborazione con l’Ucid. Entrambe le iniziative si propongono come luogo per accogliere, accompagnare e sostenere nuove iniziative imprenditoriali promosse in particolare da giovani. Il target cui si indirizzano queste iniziative può apparire esiguo dal punto di vista quantitativo ma è particolarmente significativo per le persone coinvolte e per le potenzialità di sviluppo del territorio. I giovani neo-diplomanti e neo-laureati mostrano sempre maggiore interesse per il coinvolgimento in un’attività imprenditoriale rispetto alla prospettiva del lavoro dipendente. Non si tratta di un interesse dettato dalle difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro. I giovani sono attratti dalla possibilità di lavorare in autonomia e di vedere concretizzata una propria idea, molto spesso orientata a proporre prodotti o servizi innovativi. Si tratta di una modalità di attivazione imprenditoriale diversa da quella tradizionalmente osservata nel passato, quando ad avviare nuove imprese erano quasi sempre ex-dipendenti che avevano già maturato un’esperienza di lavoro e che ritenevano di poter valorizzare le competenze acquisite (e il capitale accumulato) mettendosi in proprio. I giovani che avviano un’attività imprenditoriale contano su risorse diverse: le conoscenze acquisite nel percorso scolastico o universitario, l’entusiasmo e la creatività. Difettano però di competenze gestionali, di capitali e della rete dei contatti con potenziali fornitori e clienti. Da qui l’importanza di soggetti in grado di sostenere le nuove iniziative mettendo a disposizione dei neo imprenditori competenze, relazioni e capitali e accompagnandoli nel percorso di crescita. Pur condividendo lo stesso target, le iniziative menzionate all’inizio dell’articolo sembrano muoversi con logiche diverse. Gli unicorni (dai quali prende il nome l’iniziativa di Ancona) sono, nel gergo del settore, le start-up che hanno superato il miliardo di dollari di capitalizzazione. Se ne contano qualche centinaio fra USA e Cina, qualche decina in Europa e nessuna in Italia. Sarà difficile vederne qualcuna nelle Marche ma il nome della nuova iniziativa fa capire che si vuole puntare ad iniziative ad alto potenziale di crescita.
*Docente di Economia alla Politecnica delle Marche e coordinatore Fondazione Merloni
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