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«Di fronte alle nuove sfide, a voi, cari amici e amiche della scienza, è affidato il compito di testimoniare come sia possibile costruire un nuovo legame sociale, impegnandovi a rendere la ricerca scientifica prossima a tutta la comunità, da quella locale a quella internazionale, e che insieme è possibile superare ogni conflitto». Sono le parole di Papa Francesco nel corso del videomessaggio inviato in occasione del meeting internazionale “La scienza per la pace”, che si è svolto nella città abruzzese di Teramo. L’appuntamento, durato due giorni e conclusosi ieri, ha visto la presenza di scienziati di fama internazionale come il fisico Antonino Zichichi - premiato nel corso dell’evento - e gli interventi del ministro dell’Università e della ricerca Cristina Messa e del vice cancelliere della Pontificia Accademia delle scienze, monsignor Dario Edoardo Viganò. Il convegno è stato aperto al confronto sulle innovazioni tecnologiche applicate alle discipline più diverse, dall’astrofisica alla sanità, e sulla loro capacità di costruire fratellanza e progresso sociale. Durante gli incontri si è parlato anche dell’ambito agroalimentare non trascurando la veterinaria e tenendo alta l’attenzione sul fronte della pandemia da Covid-19. A coronamento della due giorni è stato celebrato il Giubileo degli scienziati, all’interno dei festeggiamenti per il centenario della canonizzazione di san Gabriele dell’Addolorata, patrono d’Abruzzo e della gioventù cattolica. Ed è proprio per i giovani che il Pontefice ha lanciato un appello agli uomini di scienza: «Vi chiedo di accompagnare la formazione delle nuove generazioni insegnando loro a non aver paura della fatica della ricerca. Anche il Maestro si fa cercare: Lui infonde in tutti la certezza che quando si cerca con onestà si incontra la verità. Il cambiamento d’epoca ha bisogno di nuovi discepoli della conoscenza e voi, cari scienziati, siete i maestri di una nuova generazione di costruttori di pace». Tutti hanno il dovere di impegnarsi nel creare una società fondata su verità e libertà, rispetto della vita e dignità umana, giustizia e solidarietà. Ognuno, secondo le proprie attitudini e possibilità, è chiamato a spendersi per combattere la sfiducia dominante, contribuendo al rinnovamento spirituale ed etico, in modo da permettere un autentico miglioramento della vita civile. Solo così sarà possibile spezzare la logica della prevaricazione per contrastare le ingiustizie sociali, rimuovendo le cause che direttamente e indirettamente le alimentano, affermando sempre la via dell’incontro e del dialogo con tutti, perché la forza dell’odio non prevalga mai. Il rinnegamento delle comuni radici cristiane messo in atto oggigiorno dall’Occidente ci porta a un’instabilità totale, senza pietà per le nuove generazioni che hanno invece così tanto bisogno di sani punti di riferimento.
*Associazione comunità Papa Giovanni XXIII
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