OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Dopo la risposta negativa del Comune di Ancona alla proposta referendaria per l’istituzione dell’Area Marina Protetta Costa del Conero, la politica crede di aver superato il problema e cerca di archiviare la pratica. Stanno per partire nuove elezioni, sia a livello locale sia nazionale, e per l’avvio della campagna elettorale ogni partito rispolvera le sue migliori intenzioni.
Certo, è difficile essere credibili su come verranno spesi i soldi del Pnrr per la “rivoluzione verde” se non siamo in grado di proteggere e valorizzare neanche il nostro giardino blu, ma sappiamo che l’arte della politica segue una strategia precisa: 1) convincere gli elettori della bontà di quanto già fatto, 2) fare promesse per un futuro migliore, incluse la tutela dell’ambiente, le aree verdi, la qualità dell’aria e la mobilità sostenibile; 3) prendere i voti; 4) spiegare che è colpa degli altri se non si riescono a fare le cose e sperare che gli elettori si dimentichino delle promesse. Ma la falla democratica di un referendum negato rimane. Credo che i cittadini abbiano diritto di esprimersi e non capisco la ragione per cui ostinatamente si voglia negare questa opportunità.
Del resto se la politica dice “no” pensando di interpretare il volere della maggioranza dei cittadini, perché non incassare questo consenso democratico? Forse perché questa politica non rappresenta, o non rappresenta più, la maggioranza dei cittadini e ha paura del confronto.
. Con un’assemblea pubblica affollata, ricca di spunti e utili interventi, il 13 maggio scorso è stata quindi lanciata una nuova raccolta di firme a favore dell’istituzione dell’Area Marina Protetta. Questo patrimonio di idee e cittadinanza esprime una volontà precisa di avere risposte concrete dalla politica e avrà il suo peso nelle prossime elezioni. Certo, i pescatori subacquei apneisti e i diportisti si sono già espressi chiaramente in senso opposto: l’area protetta non serve, anzi è dannosa e va tutto bene così. Nel frattempo le moto d’acqua sfrecciano a tutta birra nelle prime giornate di sole tra Ancona e Numana e i pescatori di Portonovo continuano a testimoniare, ormai rassegnati, quante volte le vongolare vengono a pochi metri dalla costa pregiudicando la loro pesca artigianale e sostenibile. La Capitaneria non interviene, sapendo che se anche arrivassero sul posto, le vongolare, avvisate dell’uscita dal porto delle motovedette, si sarebbero già spostate a distanza regolamentare.
Ora la politica metterà in campo le sue proposte migliori, quelle più “innovative”, come le piste ciclabili e il potenziamento della raccolta differenziata. Magari proporrà una pesca sostenibile, che peraltro c’è già, come quella del mosciolo di Portonovo o della pesca artigianale ma guardandosi bene però dal limitare i danni delle vongolare a costa o da attuare un piano per il ripopolamento delle vongole. Meglio dare fondi Pnrr ai diportisti. Così facendo i partiti dimostrano una totale incomprensione del significato di transizione ecologica, che rischia, e non solo nella Marche, di trasformarsi un’occasione per spendere dei fondi all’insegna del greenwashing.
Ma intanto il problema ambientale cresce e sembra che nessuno voglia affrontarlo concretamente. Lo hanno capito bene molti cittadini che assistono rassegnati a un appiattimento delle politiche anti-ambiente tra centro destra e centro sinistra marchigiano e che si affacceranno incerti su come esprimersi al voto la prossima primavera.
* Docente all’Università Politecnica delle Marche e presidente della Stazione zoologica-Istituto nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico