Il Papa e le donne protagoniste del futuro di Chiesa e società

Papa Francesco
Papa Francesco ha espresso in diverse occasioni la forte convinzione che il contributo delle donne è fondamentale per il futuro della Chiesa e dell’intera...

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Papa Francesco ha espresso in diverse occasioni la forte convinzione che il contributo delle donne è fondamentale per il futuro della Chiesa e dell’intera società. In questi giorni, secondo quanto aveva preannunciato in un’intervista, ha designato tre donne - una laica e due religiose - come membri del Dicastero per i vescovi. Sono suor Raffaella Petrini, segretario generale del governatorato della Città del Vaticano, suor Yvonne Reungoat, già superiora generale delle Figlie di Maria ausiliatrice, e Maria Lia Zervino, presidente dell’Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche.

Le tre nuove nominate avranno dei compiti importanti in quanto saranno coinvolte nel processo per eleggere i nuovi pastori delle diocesi. La decisione del Pontefice allarga la presenza femminile in Vaticano dove diverse posizioni di responsabilità tradizionalmente assegnate a uomini, nel recente passato sono state conferite a donne, in base alla logica di quella Chiesa “semper reformanda”, attenta ai segni dei tempi e contemporanea alla storia. Riguardo a tali questioni, durante la plenaria del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, nel 2019, il successore di Pietro aveva osservato: «Posti di governance, di consiglio, ma che non finisca solo nella funzionalità. E su questo non abbiamo lavorato ancora. Il ruolo della donna nell’organizzazione ecclesiale, nella Chiesa va oltre, e dobbiamo lavorare su questo oltre, perché la donna è l’immagine della Chiesa madre, perché la Chiesa è donna; non è ‘il’ Chiesa, è ‘la’ Chiesa».

Il grado di civiltà di un popolo si misura proprio dalla dignità della donna e da come essa viene considerata e valorizzata per ciò che realmente è, nel rispetto della sua identità ed unicità. È un fatto che, al di là di alcune pur notevoli eccezioni, ci sia la tendenza a escludere il mondo femminile dai vertici della politica e dell’economia anche se, sulla carta, dovrebbe essere inserito a pieno titolo nel tessuto sociale. Purtroppo spesso prevale l’imperante cultura maschilista restia ad accettare che la donna possa essere protagonista nelle nostre comunità. La discriminazione, in alcuni casi, è meno manifesta e più strisciante, ma di fatto si compie relegando ai margini e isolando. Talvolta è triste osservare che uomini e donne è come se vivessero due storie parallele, senza quella sinergica intesa e alleanza che sono fondamentali per condividere un avvenire pieno di prosperità. Le donne offrono un contributo concreto alla realizzazione di una società più equa con quello “sguardo di pace” tipico degli occhi delle madri capaci di costruire un mondo migliore. Lo stesso Papa Benedetto XVI ha attribuito loro addirittura il ruolo di “spina dorsale” della Chiesa, sempre «pronte a difendere la dignità umana, la famiglia e i valori della religione».

Si tratta di una comunità ecclesiale che evangelizza, comprende con tenerezza e insegna con compassione. Tra le qualità più belle e profonde della donna, oltre alla capacità di generare e rigenerare nell’amore i figli, c’è quella di offrire il bene a chi odia, l’affetto a chi è rifiutato da tutti, il conforto a chi è nella sofferenza. L’innato senso dell’armonia, della bellezza piena e la percezione del mistero dell’universo, forniscono alla donna, ancor più che all’uomo, la possibilità di sentire e vedere Dio.

“Nella cura del creato, nella gestazione di un mondo più giusto, nella creazione di un dialogo che rispetti e valorizzi le differenze – ha scritto il Papa alla Consulta femminile del Pontificio consiglio della cultura - le donne sono protagoniste di una Chiesa in uscita, attraverso l’ascolto e la premura che manifestano verso i bisogni degli altri, e con la spiccata capacità di sostenere dinamiche di giustizia in un clima di ‘calore domestico’, nei diversi ambienti sociali in cui esse si trovano ad operare”. Anche nei periodi più bui della storia il genio del “gentil sesso” è stato molto utile all’umanità per affrontare le difficoltà. La donna, docile e nobile, forte e affettuosa, contemplativa e pragmatica è proprio a immagine di Maria, Colei che Dio ha scelto per una missione unica: dare alla luce il Salvatore del mondo.

 

* Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

 

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Corriere Adriatico