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Il mio primo incontro con Santa Madre Teresa di Calcutta risale all’adolescenza. Avevo 13 anni e alcuni parenti mi portarono al palazzetto dello sport di Porto Sant’Elpidio dove Madre Teresa era attesa da tantissime persone. Vederla dal vivo e poterci scambiare due parole fu una gioia grande che ancora oggi conservo nel cuore. Era una donna fisicamente così minuta che solo al vederla trasmetteva tenerezza e quando parlava, in inglese, già il suono della sua voce infondeva calore e conforto. Era una sensazione inspiegabile che si è ripetuta nei diversi incontri che ho ricevuto in dono da questa grande donna di Dio. Mi ha sempre colpito molto il racconto di quando lei abbandonò la congregazione di Loreto per recarsi in India.
Il vescovo commentò alla madre superiora: «Abbiamo perso una giovane suora!». La superiora rispose: «Mah, non si preoccupi Eccellenza. Quella suor Teresa non era capace neanche di accendere le candele sull’altare!». Di quella giornata a Porto Sant’Elpidio mi è rimasto indelebilmente impresso il grido di una donna nel pubblico che a squarciagola la chiamava, non potendola avvicinare per il cordone di sicurezza. Madre Teresa chiese di aprire un varco tra la folla e si fermò a parlare con questa donna prostrata. Ho ancora davanti agli occhi l’immagine della Santa che la accarezzava. Mi commosse vedere quel gesto e fu spontaneo chiedermi se sarei stato capace di fare altrettanto verso una persona sconosciuta.
Quando avevo circa vent’anni e studiavo a Roma per intraprendere la vita religiosa, vidi un manifesto che annunciava un incontro di madre Teresa con i giovani universitari della Sapienza.
Le Missionarie della Carità proseguono ovunque l’opera della loro fondatrice, famosa a livello planetario per il suo lavoro instancabile tra i diseredati di Calcutta. Una dedizione eroica che le è valsa numerosi riconoscimenti tra cui il Premio Nobel per la Pace nel 1979. Sempre contornata da miseria, povertà estrema, dolore, mai perdeva la speranza né faceva finta di essere diversa da quello che era. Costantemente in prima linea nel salvare vite umane. Un’ispirazione che non conosce confini e parlerà per sempre al cuore dell’umanità.
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Corriere Adriatico