Vinitaly da record: attesi oltre mille super acquirenti esteri dopo il record dell'export

Vinitaly da record: attesi oltre mille super acquirenti esteri dopo il record dell'export
VERONA - Il Veneto è la regione italiana leader nel vino e uno dei primi esportatori al mondo. Una potenza che ha una grande vetrina: il Vinitaly di Verona....

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VERONA - Il Veneto è la regione italiana leader nel vino e uno dei primi esportatori al mondo. Una potenza che ha una grande vetrina: il Vinitaly di Verona. L'edizione di quest'anno - in calendario dal 2 al 5 aprile - si annuncia con numeri record: attesi oltre 1.000 super acquirenti esteri accreditati provenienti da 68 paesi, + 43% rispetto al 2022. Appassionati e operatori sono in arrivo dagli Usa all'Africa, dall'Asia - con il grande ritorno della Cina e Giappone - e dal Centro e Sud America fino all'Europa e alle repubbliche dell'ex Urss. Gli organizzatori di Veronafiere scommettono che si supererà il consuntivo 2022, chiuso con 25mila compratori stranieri da 139 Paesi, il 28% degli 88mila operatori totali arrivati nella città scaligera: la più alta incidenza estera di sempre. «Un risultato storico, frutto di un roadshow globale senza precedenti che ha coinvolto i principali player istituzionali della promozione del made in Italy - commenta il presidente di Veronafiere spa, Federico Bricolo -. Un deciso cambio di passo, in termini di investimenti e organizzazione, fortemente voluto dalla nuova governance con l'obiettivo di accrescere la competitività di Vinitaly in Italia e nel mondo».


Grande attesa per il ritorno della Cina che, dopo i lockdown e i divieti prolungati, è pronta a riprendersi il proprio status di colosso emergente con 130 responsabili acquisti tra cui i primi venti importatori nazionali per volume e valore. «La strada per la crescita del settore è sempre di più l'export - ha spiegato l'Ad di Veronafiere, Maurizio Danese -. Esportazioni che negli ultimi 10 anni vedono il vino tra i comparti del made in Italy a maggior tasso di crescita e una bilancia commerciale sempre più determinante per l'Italia. Per questo Vinitaly 2023 accelera il percorso di rinnovamento del format che sarà sempre più smart e funzionale alle esigenze delle aziende e del settore».


COSTI IN RIALZO


L'Italia del vino l'anno scorso ha segnato un nuovo record commerciale d'export: 7,9 miliardi di euro (+ 9,8%) a fronte di volumi piatti (22 milioni di ettolitri, - 0,6%), con il Prosecco a fare del leone e gli Usa primo mercato. La bilancia commerciale chiude in attivo di oltre 7,3 miliardi. Ha pesato l'inflazione: il mercato ha retto anche alle variazioni dei listini, ma l'escalation dei costi di produzione ha abbondantemente eroso i margini in particolare per i prodotti più popolari. Un doping dei prezzi pericoloso sul fronte dei consumi previsti in calo per il 2023 dopo il rallentamento a fine 2022. Tra i competitor, la Francia si conferma leader mondiale con 12,3 miliardi (+ 11% valore e - 5% volume) mentre l'Italia mantiene la posizione di primo fornitore a livello quantitativo e secondo in valore davanti alla Spagna (2,98 miliardi, + 3,5% nei valori e - 9% nei volumi). Con oltre 2,8 miliardi di fatturato all'estero e una performance nei 12 mesi superiore alla media italiana (+ 13,4%), il Veneto rafforza la sua leadership sulle esportazioni tricolore, guadagnando una quota pari al 36% sul totale nazionale. In forte accelerazione il Friuli-Venezia Giulia: +39,7%). Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico