MARINA D'ALTIDONA - Un’azienda non solo leader internazionale, ma che fa scuola nel mondo in un settore ad alta tecnologia e ricerca con coordinate che corrono lungo la...
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Occhi puntati, sin dalla fondazione nel 1983, all’automazione, tant’è che oggi la Sigma è uno dei massimi competitor mondiali nel settore di macchinari per sistemi automatici, come bancomat, biglietterie self service, pagamento automatico di pedaggi e parcheggi, sistemi di sicurezza, di gestione attese, segnalamento ferroviario, pagamenti di ticket sanitari. Una crescita continua che, anche in questi periodi difficili per l’occupazione, specialmente giovanile, porta l’azienda a rilanciare con l’assunzione di 50 addetti alla manutenzione tecnica in tre sedi: Slovacchia, Inghilterra e Milano. Le figure richieste devono possedere, come titolo di studio minimo, il diploma in meccanica, elettronica o informatica. Possono essere anche senza esperienza: la formazione specifica sarà fatta dall’azienda. «Cerchiamo giovani che vogliono mettersi in gioco e disposti ad accettare le sfide - dice Cesaroni - anche con disponibilità a trasferirsi lontano, facendo esperienza professionale e umana, sperimentando realtà sociali anche diverse da quelle italiane e di origine». Un’azienda di persone giovani ad alta scolarizzazione tecnica: degli attuali 450 dipendenti, oltre 120 sono laureati, gli altri sono diplomati. L’azienda, in cresce costante, è arrivata a un fatturato di 63 milioni di euro. Forte è la spinta dell’internazionalizzazione di questa realtà con sedi in Francia, Inghilterra, Belgio, Austria e, prossimamente, in Slovacchia. E ancora, la Sigma ha rapporti commerciale con una ventina di Paesi stranieri: è molto presente in Africa, Medio Oriente, Israele e Arabia Saudita.
Il progetto
I segreti del successo? «Una forte struttura di ricerca e sviluppo, innovazione continua e investimenti. Altrimenti si esce dal mercato» rimarca Cesaroni. L’ultimo progetto di ricerca riguarda l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la manutenzione predittiva, finanziato, con 10 milioni, da Mise, Regione e azienda. Prevede la realizzazione di un algoritmo che elabora molti dati e che permetterà di sapere in anticipo quando un’apparecchiatura sta per rompersi, in modo da intervenire in tempo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico