ROMA - Le sigarette, soprattutto quelle «low cost», che cioè fanno parte della fascia di prezzo che oscilla tra i 4,20 euro e i 4,40 euro, potrebbero subire un...
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La novità. Le norme stabiliscono che l'accisa debba essere proporzionale al prezzo medio ponderato delle sigarette. Questo prezzo viene calcolato di anno in anno. Quello del 2015 è risultato più alto che nei dodici mesi precedenti, passando da 226 euro al chilo a 233 euro al chilo. Quindi l'accisa, che è una percentuale calcolata sul prezzo, è salita. Adesso però, potrebbe essere la volta della seconda componente della tassa, l'onere fiscale minimo che oggi è stabilito a 170 euro e che, in base alle norme della riforma fiscale, potrebbe essere aumentato dal governo fino a 5 euro. Se il ministero decidesse di utilizzare tutto lo spazio disponibile, il prezzo delle sigarette di fascia bassa aumenterebbe, secondo le stime degli operatori, di circa 30 centesimi a pacchetto. Questo comporterebbe un accorciamento della distanza tra i prodotti più economici, come John Player Special, le Chesterfield e le Gauloises, e quelli di fascia più alta, come le Marlboro e le Merit. I produttori dei marchi più a basso prezzo sono in allarme. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico