Quintarelli deus ex machina dell'informatica di Stato

Quintarelli deus ex machina dell'informatica di Stato
ROMA - Quando meno te l'aspetti, quel “diavolo” di Stefano Quintarelli, guru dell'informatica italiana e padre fondatore di Inet del gruppo British Telecom Italia,...

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ROMA - Quando meno te l'aspetti, quel “diavolo” di Stefano Quintarelli, guru dell'informatica italiana e padre fondatore di Inet del gruppo British Telecom Italia, lascia il segno nella politica italiana.




E' stato votato a larga maggioranza un emendamento a firma Quintarelli che modifica l'articolo 117 della Costituzione e spiana la strada al progetto di “Crescita Digitale” del Paese. Con l'emendamento, in sostanza, è stato messo nella Costituzione il principio che lo Stato ha le prerogative per il “coordinamento informatico dei dati, dei processi e delle relative infrastrutture e piattaforme informatiche dell'amministrazione statale, regionale e comunale”. La variazione di legge è stata osteggiata dal governo con il suo parere negativo e Quintarelli, deputato di Scelta Civica, non trovando riscontro nella sua maggioranza l'ha ritirata. E' stato il collega on. Antonio Palmieri di Forza Italia a farla propria ed a riproporla all'Aula di Montecitorio cosicché la votazione che ne è seguita, in un sussulto di buonsenso collettivo, l'ha approvata alla quasi unanimità. La larga maggioranza che ha avuto il provvedimento alla Camera non fa temere per il suo passaggio al Senato e deve essere stata grande la soddisfazione di Stefano Quintarelli che con questa sua intuizione ha dato allo Stato “gli strumenti per coordinare la riforma informatica in tutte le Regioni”, un passo importante per compiere l'Agenda Digitale evitando uno dei principali rischi: l'insufficiente coordinamento tra Stato e Regioni. (Teleborsa) Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico