ANCONA - Le materie prime, i calendari degli ordini che rischiano l’intasamento, la gestione delle maestranze in una regione manifatturiera. Tutto vero. Ma purtroppo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE:
Effetto coronavirus: nella Marche solo un mese di produzione senza le materie prime
La considerazione generale
In buona sostanza, ci considerato gli untori d’Europa. «Esatto, una situazione molto molto complessa - continua Paniccia - sarebbe ora che chi di dovere ci dicesse a cosa siamo difronte. Nelle Marche non c’è nessun caso di contagio: non è possibile che ci sia una chiusura totale di questo genere. Peraltro siamo penalizzati dal nostro autolesionismo da controlli quando altre nazioni che hanno ben altri regimi». Fabio Giulianelli, amministratore delegato Lube, colosso cuciniero e mobiliero da 210 milioni di fatturato distribuito per il 90% in Italia stenta a credere alle sue orecchie. Tre giorni fa la sua Lube Civitanova ha vinto la sua sesta Coppa Italia. E dal duemila in avanti è quella ha vinto più di tutti in Italia a tutte le latitudini. «Non riesco a godermi questo trionfo - racconta dal quartier generale di Treia -. Io sono allibito. Nelle due regioni nel cuore dei focolai non riusciremo a consegnare per almeno 15 giorni. Se va bene. Dovremo rivedere tutto il calendario della produzione industriale». Fosse solo quello. «Purtroppo quando irrompe una rottura di questo genere, le conseguenze sono micidiali sul lungo periodo. C’è un sentiment, intelaiato faticosamente nei mesi scorsi che, nel giro di 10 giorno, è stato smontato pezzo per pezzo. Una botta che ci porteremo dietro per sei mesi».
Il vero problema
Ma per Giulianelli c’è un problema molto più serio a monte: «Manca un segnale dall’alto. Nella tempesta non possiamo scoprire che il nostro timoniere non è capace neanche di assolvere ai compiti di un marinaio. Ascolto rimbalzi di colpe, valutazioni che oscillano tra estremi troppo distanti e nessuno, dico nessuno che si preoccupi di allestire misure di contenimento per chi produce: sgravi fiscali, contributivi, costi fissi della logistica. Niente di niente. Parliamo di Lombardia e Veneto ma anche di tutta Italia. Vedo un’incompetenza totale al governo».
L’opportunità da cogliere
Tra quelli che hanno canali aperti con la Cina c’è Innoliving, azienda anconetana dell’healthcare. «Il ritardo della riapertura dal Capodanno cinese, si tradurrà in forte ritardo - spiega il direttore commerciale - Francesco Tamberi, nell’arrivo dei numerosi container che dovevano partire in febbraio. Tuttavia grazie alle scorte molto importanti abbiamo performato molto bene. I prossimi mesi risentiranno sicuramente della merce che non è arrivata e di un mercato, che a causa dell’allarme virus, rallenterà inevitabilmente. Ci stiamo quindi attrezzando per adeguarci al mercato: abbiamo appena chiuso un accordo per la produzione di 300mila pezzi di igienizzanti per le mani a nostro marchio, che avremo entro il 6 marzo.... stiamo trattando da paesi fuori allarme virus, vari lotti di mascherine che intendiamo commercializzare a prezzi dignitosi e senza speculare. Ricollocarsi è fondamentale ma non è semplice. E questo è il momento anche di riconfigurare gli assetti preventivi. Abbiamo fatto proiezioni per vari scenari, per essere pronti con misure adeguate. Sarà un periodo difficile, ma siamo certi di mantenere in equilibrio l’azienda».. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico