Giappone, dai chip ai maxi-discount azioni alla nuova alba

Valutazioni a sconto e qualità delle società nipponiche sono considerati il migliore scudo contro la volatilità attesa nel 2024. Occhio a buyback e dividendi. E la resilienza spinge società tech come Daifuku e Lasertec

Giappone, dai chip ai maxi-discount azioni alla nuova alba
Il 2024 rischia di essere un po’ come una partita a poker. Ascolta: Privatizzazioni, lo Stato vende quote (da 20 miliardi di euro) ma per restare al comando delle...

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Il 2024 rischia di essere un po’ come una partita a poker.

E puntare parte della posta sulle azioni giapponesi può essere la mossa vincente per chi si trova a pesare nuovi rischi geopolitici, scenari di crescita complicati e rotta dei tassi tutta da scoprire. È una questione di valore, dicono gli esperti. 
Dopo il rally di fine anno, infatti, le valutazioni sono lievemente elevate un po’ in tutte le asset class, i possibili fronti di investimento, tra le previsioni di un atterraggio morbido negli Stati Uniti e le scommesse sui possibili tagli dei tassi che il mercato obbligazionario sta scontando. Ecco perché «il mazzo di carte dev’essere un po’ rimescolato per trovare nuove opportunità», dice Johanna Kyrklund di Schroders. La vera sfida sta nel fatto che i mercati possono muoversi in fretta. Ci sono le elezioni in 40 Paesi, il contesto geopolitico teso e le banche centrali nel bel mezzo di un “atterraggio dell’economia”, terreno fertile per la volatilità. Dunque, «con i rendimenti sulla liquidità che iniziano a calare, conviene investire», spiega Kyrklund. Ma occorrono approcci flessibili che consentano di navigare in questi mercati e di sfruttare le opportunità. Dopo tutto, la prossima carta che verrà distribuita può cambiare significativamente la partita in corso». E a giocarsi la prima sono soprattutto la Fed e la Bce.


LE VALUTAZIONI


Dunque, occhio ai prezzi e alla qualità, insistono gli esperti. E se il mercato statunitense appare nuovamente costoso, come sostiene Pictet Asset Management, ben più appetibili sembrano le azioni di altri Paesi. A partire da quelle giapponesi. Ma anche i titoli svizzeri, tradizionalmente di qualità, sono tra quelli da “sovrappesare” in portafoglio. 
In effetti l’ottima performance delle azioni giapponesi quest’anno fa emergere meno valore rispetto al passato, «ma le spinte strutturali legate all’uscita dalla deflazione e un forte programma di riforme societarie continuano ad essere di supporto», assicura Pictet. Inoltre, dopo anni di prezzi e salari stagnanti, il ritorno dell’inflazione ha spinto le aziende verso nuovi modi di utilizzare le ingenti riserve di liquidità, aprendo la strada a buyback azionari, dividendi, fusioni e acquisizioni.
«Puntiamo su società che hanno dimostrato resilienza in contesti come inflazione, recessione, conflitti, volatilità valutaria, protezione della proprietà intellettuale, terremoti e problemi sul fronte dell’approvvigionamento», fa sapere da parte sua Richard Kaye di Comgest: «Siamo convinti che il Giappone sia ancora un ricco territorio di caccia per gli investitori in titoli growth di qualità, in quanto offre una delle combinazioni più interessanti di aziende globali eccellenti e valutazioni interessanti». Le necessità per gli investitori globali di diversificare i portafogli e per gli istituzionali giapponesi di incrementare il peso azionario in modo da alzare i rendimenti per la crescente popolazione di pensionati, costituiscono due propulsori di crescita a lungo termine peculiari proprio del mercato nipponico. 


Nel mirino c’è dunque la resilienza della domanda di prodotti unici, ad esempio per Daifuku e Lasertec, la normalizzazione post-Covid evidenziata da Pan Pacific (che gestisce la catena Don Quijote) e i segnali di flessione della domanda di tecnologia di Murata. Shin-Etsu, poi «è salita di oltre l’85% in valuta locale, grazie al dominio del mercato dei wafer per semiconduttori, incrementando al contempo l’attività nel mercato globale del PVC e sviluppandosi in nuove aree quali i materiali per litografia dei semiconduttori». Mentre Lasertec, unica azienda in grado di ispezionare le matrici litografiche per fotomaschere più sofisticate utilizzate nella progettazione imaging di semiconduttori a luce ultravioletta estrema, ha registrato un’ottima performance grazie alla ripresa della spesa in tali aree di produzione di semiconduttori». 


Anche Suzuki ha messo a segno un solido rialzo nell’anno. Frutto della forza ineguagliabile nella produzione, nella catena di approvvigionamento, per la rete di concessionari e manutenzione in India grazie alla sua affiliata Maruti. L’investimento attivo in azioni giapponesi ha battuto i livelli internazionali per anni, superando i principali indici, per una ragione ovvia: il Giappone vanta società leader globali sottovalutate per una relativa mancanza di ricerca. Ora c’è dell’altro. «Gli investitori nazionali stanno incrementando gli acquisti in grado di colmare tale divario di valutazione», giurano da Comgest.

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Corriere Adriatico