Elica, Vodafone e Ibm: la qualità dell'aria facile come uno "Snap"

Francesco Casoli, presidente di Elica
FABRIANO -  - Elica, la storica azienda leader mondiale nella produzione di cappe da cucina e sinonimo di Made in Italy, entra nell’Internet of Things (Iot) e lancia...

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FABRIANO -  - Elica, la storica azienda leader mondiale nella produzione di cappe da cucina e sinonimo di Made in Italy, entra nell’Internet of Things (Iot) e lancia sul mercato Snap, il primo Air Quality Balancer.

 
Grazie alla presenza di tre sensori e di un sofisticato algoritmo, Snap è l’innovativo sistema di aspirazione che monitora e migliora automaticamente la qualità dell’aria, riducendo in soli 30 minuti secondo quanto certificato da Ecam Ricert, la presenza di agenti inquinanti, odori, ed eccessi di vapori negli ambienti chiusi.
 
Un recente studio condotto dall’Epa (United States Environmental Protection Agency) ha infatti rivelato che l’aria che respiriamo in ambienti chiusi non adeguatamente ventilati, può essere fino a 5 volte più inquinata di quella esterna: un dato che conferma come si presti molta attenzione all’inquinamento ambientale esterno e poco a quello domestico.
 
Con Snap, dunque, Elica prosegue il suo percorso di specialista del trattamento dell’aria, aprendosi con il suo primo prodotto Iot ad altri ambienti della casa.
 
“Snap per noi non è un punto di arrivo ma di partenza - commenta Francesco Casoli, Presidente di Elica. Le nuove tecnologie e la digitalizzazione sono parte della nostra vita, come delle nostre abitazioni. Vogliamo quindi con questo progetto aprirci all’era dell’Internet of Things portando il nostro know-how nel trattamento dell’aria a beneficio di tutta la casa”.
 
Il progetto è impreziosito dalla partecipazione di due partner autorevoli con una forte expertise in ambito IOT: Vodafone, che oltre ad aver contribuito all’implementazione dell’App, fornisce la scheda Sim Dati che permette al device una connessione alternativa al Wi-Fi, ed Ibm proprietario del cloud dove vengono immagazzinati tutti i dati raccolti. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico