Coronavirus, il conto salatissimo per ristoranti e hotel delle Marche: -270 milioni

Coronavirus, il conto salatissimo per ristoranti e hotel delle Marche: -270 milioni
ANCONA - Nelle montagne russe del turismo - che ha dovuto fare i salti mortali per riprendersi dall’effetto “zeroprenotazioni” del post terremoto - sono risaliti...

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ANCONA - Nelle montagne russe del turismo - che ha dovuto fare i salti mortali per riprendersi dall’effetto “zeroprenotazioni” del post terremoto - sono risaliti a bordo albergatori e ristoratori. Stanze vuote, locali deserti, personale a casa da settimane e una stagione estiva difficile da immaginare. Il Coronavirus ha colpito il cuore dell’economia delle Marche, quella che si anima con i villeggianti, che porta in tavola una tradizione culinaria che in molti ci invidiano. 


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Uno schiaffo che ha fatto crollare il fatturato nel giro di un attimo. Le ultime stime parlano di una perdita di 270 milioni di euro tra alberghi e ristoranti, pari al 44% degli incassi. Un’enormità, per una regione che ha conquistato un posto in prima fila nel settore turistico italiano, ricevendo attestati di stima e riconoscimenti internazionali.
 
Ma ora la contrazione è forte e si sente. Impietosa l’analisi dell’Osservatorio del Consiglio e della fondazione nazionale dei commercialisti. «L’impatto - scrivono i rappresentanti dei commercialisti - è dovuto sia al calo della domanda che ha colpito il settore ancora prima che scattasse l’emergenza in Italia, sia al blocco delle attività imposto per decreto, al fine di fronteggiare l’emergenza sanitaria». 
La marcia indietro
Una crisi improvvisa per un settore in crescita. Nell’Osservatorio infatti emerge come in Italia, gli addetti e i ricavi stavano progressivamente aumentando e seguivano una tendenza positiva nell’ultimo periodo. Adesso che siamo entrati nella settimana che precede la Pasqua, la sofferenza del settore è ancora più marcata. Le prenotazioni nelle strutture alberghiere sono state disdette e i ristoranti, che solitamente segnano il sold-out, stanno cercando di trovare una via d’uscita proponendo menù pasquali con consegna a domicilio. «Una goccia nel mare, ma almeno cerchiamo di non cedere agli effetti devastanti del Coronavirus». Nel mare magnum delle percentuali e delle statistiche che descrivono un’economia ad elettroencefalogramma piatto, dalle Marche arrivano input che portano a sperare. Come l’idea del sindaco di Numana Tombolini, che ha chiesto di rendere deducibili i costi della vacanza per gli italiani che sceglieranno come meta l’Italia.
Le proposte in campo

Una proposta che si è trasformata in emendamento alla normativa nazionale a firma del Francesco Battistoni, commissario straordinario di Forza Italia nelle Marche. Ma c’è soprattutto la necessità di proteggere l’occupazione e la capacità produttiva con un sostegno immediato in termini di liquidità: per abbattere le spese di gestione di aziende e lavoratori autonomi. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico