ROMA - Credito d’imposta in busta paga da maggio, come promesso dal presidente del Consiglio, o al massimo da giugno solo in caso di problemi tecnici. In tempi...
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Al momento però - confermano le Entrate - per il diritto al bonus dovranno essere valutati la tipologia del reddito, il suo importo e la teorica “incapienza” rispetto alla detrazione per lavoro dipendente. Oltre ai dipendenti in senso stretto si vedranno riconoscere il credito d’imposta quei lavoratori il cui reddito è considerato assimilato: collaboratori coordinati e continuativi, borsisti, sacerdoti, soci di cooperative, lavoratori socialmente utili. Non avrà diritto però chi supera i 26 mila euro l’anno, mentre l’ importo sarà proporzionalmente ridotto a partire dai 24 mila. La verifica va fatta senza considerare il reddito dell’abitazione principale.
I BENEFICI
La soglia verso il basso è meno immediata da identificare: potranno ricevere il bonus i dipendenti per i quali l’imposta lorda (derivante dall’applicazione delle aliquote dei primi due scaglioni) supera la detrazione per lavoro dipendente. Se il rapporto dura tutto l’anno questa condizione di verifica al di sopra degli 8.145 euro di imponibile, altrimenti risulterà più bassa: in ogni caso il bonus è riconosciuto in proporzione ai giorni di lavoro effettivo nell’anno. La circolare conferma però che l’incapienza che deriva da altre detrazioni (ad esempio se l’imposta è azzerata da quelle per familiari a carico) non pregiudica il diritto al credito.
Buona parte del provvedimento delle Entrate è dedicata agli adempimenti dei sostituti d’imposta, in modo da assicurare l’effettivo riconoscimento della somma agli interessati. Ciò dovrà avvenire entro maggio, al massimo a giugno se ci saranno problemi tecnici con le procedure di pagamento. I datori di lavoro procederanno automaticamente, non servirà quindi alcuna richiesta da parte dei dipendenti: la somma di 640 euro sarà suddivisa tra le residue otto mensilità del 2014, dunque con un importo di 80 mensili. Chi però non ha un sostituto d’imposta (tipicamente colf e badanti che lavorano presso famiglie, ma anche i disoccupati che hanno lavorato nei mesi precedenti) dovrà attendere la dichiarazione dei redditi del prossimo anno. Infine va anche considerato che nel corso dell’anno non è noto l’esatto reddito finale. Per questo il credito d’imposta sarà riconosciuto in base a quello “previsionale”: chi ha redditi diversi dovrà comunicarlo al datore di lavoro che provvederà a riprendere il bonus entro il conguaglio di fine anno. Lo stesso avverrà in caso di variazioni rilevanti della retribuzione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico