Aumento stipendi, quando arrivano? Per quanto dureranno? Ecco cosa prevede il decreto lavoro

Il taglio del cuneo fiscale e contributivo sarà una tantum, per cinque mesi, e salirà di altri quattro punti fino a raggiungere i sette

Aumento stipendi, quando arrivano? Per quando dureranno? Ecco cosa prevede il decreto lavoro
Con il decreto lavoro approvato il primo maggio dal consiglio dei ministri si procede con un ulteriore taglio del cuneo che si tradurrà in una cifra media tra gli 80 e i...

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Con il decreto lavoro approvato il primo maggio dal consiglio dei ministri si procede con un ulteriore taglio del cuneo che si tradurrà in una cifra media tra gli 80 e i 100 euro in più in busta paga. Il taglio del cuneo fiscale e contributivo sarà una tantum, per cinque mesi, e salirà di altri quattro punti fino a raggiungere i sette. Ma quando arriveranno gli aumenti di stipendi?

 

Quando arrivano gli aumenti

All'articolo 34 del decreto lavoro si stabilisce come per i periodi di paga dal 1 luglio 2023 al 30 novembre 2023, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima, la misura dell'esonero è elevata da due punti a sei punti percentuali per i redditi fino a 35mila euro e a sette punti per i redditi fino a 25mila euro. Questo si tradurrà in aumenti in busta paga in media da 80 a 100 euro al mese. 

 

 

 

Quanto aumentano gli stipendi

L'intervento più importante è il taglio delle tasse sul lavoro, «una scelta di cui vado profondamente fiera», puntualizza il premier. La misura più corposa, che assorbe circa 4 miliardi, in parte coperti col tesoretto in deficit ricavato dal Def, è il nuovo taglio del cuneo fiscale: 4 punti aggiuntivi, da luglio a dicembre, che portano a complessivi 6 punti il taglio per i redditi fino a 35mila euro e a 7 quello per i redditi più bassi, fino a 25mila. L'aumento in busta paga, stima il Ministero dell'economia, è fino a 100 euro mensili di media: «un aiuto reale contro il carovita e la risposta concreta alle chiacchiere», sottolinea il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. A questo si aggiunge l'innalzamento fino a 3mila euro della soglia di esenzione dei fringe benefit per i dipendenti con figli minori.

 

Quanto dureranno

La decisione di limitare lo sgravio solo ad alcuni dei mesi disponibili rende ancora più difficile prevedere cosa succederà nel 2024. Di certo a dicembre si dovrebbe tornare alla situazione attuale, ovvero all’esonero di 2-3 punti; probabilmente l’esecutivo ha voluto evitare che si creasse un unico pesante “scalino” a fine anno. In ogni caso da gennaio andrà rifinanziata quanto meno la misura già in vigore, che su base annuale vale un po’ meno di 5 miliardi; per fare di più serviranno ulteriori risorse.

 

 

Fringe benefit

Il tetto dei fringe benefit detassati per i lavoratori dipendenti con figli a carico sale a 3mila euro. Ô quanto si legge nella bozza del decreto lavoro che il governo si appresta a presentare ai sindacati e a portare domani in consiglio dei ministri. «Limitatamente al periodo d'imposta 2023 - si afferma - non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico, nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell'energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di euro 3.000».

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Corriere Adriatico