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«Mi chiamo F.S. abito ad Osimo in Via Luigi Einaudi 20, al terzo piano, in un condominio di 12 famiglie dove sono presenti sia anziani che persone con patologie. Mio figlio ed io siamo positivi al tampone covid e sottoposti alla quarantena, come mio marito che, pur non essendo attualmente positivo, è ovviamente in quarantena preventiva. il giorno 8 di aprile, dopo il risultato ci siamo chiusi in casa, telefonando all'Astea per il ritiro dei rifiuti. Il giorno 12, quindi 4 giorni dopo, degli addetti Astea suonano al citofono chiedendoci di scendere (?) Per prendere gli scatoloni per conferire i rifiuti. Dire che mi sono stupita è poco, come potevo scendere? Dovrei accedere agli spazi comuni, mettendo in tal modo a rischio la salute degli altri condomini? Inizio a discutere con l'addetto che alla fine me li porta fino a davanti alla porta, intimandomi però di portarli giù una volta riempiti. Spero che scherzi e oggi, invano, attendiamo la chiamata dell'Astea per il ritiro. Niente, nessuno suona. Alla fine chiamo io l'azienda che conferma telefonicamente il fatto che loro non sono autorizzati ad accedere al piano, e quindi non saliranno a prendere i rifiuti. Allora mi domando, cosa devo fare? E soprattutto, quali sono le direttive dell'Asur? Grazie per l'attenzione e buona giornata».
Flavia Scotto
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