OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Trovo davvero singolare l'attenzione sul destino dei "navigator", cioè quelle figure a metà strada tra l'impiegato pubblico e il libero professionista, che secondo le teorie di qualcuno sbarcato in Italia dall'America, avrebbero dovuto agevolare la ricerca di un lavoro ai disoccupati assegnatari del reddito di cittadinanza.
A parte il loro inserimento nei Centri per l'impiego, che già di per se hanno come compito prioritario quello di realizzare l'incontro tra la domanda di lavoro e l'offerta delle aziende, se non ricordo male il loro contratto prevedeva la durata di due anni, essendo appunto un contratto di collaborazione e non un rapporto di dipendenza.
Adesso, furbescamente, pretendono di essere assunti in modo definitivo da parte dell'Inps o chi per esso, comunque di diventare dipendenti pubblici, in una nazione e in delle strutture che già spesso sono a organico completo. E' l'italico sistema della "stabilizzazione", sogno e desiderio di tanti precari della pubblica amministrazione (dalla sanità agli enti previdenziali, dai Comuni agli uffici finanziari, alla scuola), che vi mettono piede attraverso procedure straordinarie e una selezione ridotta ai minimi termini, ma che si considera indispensabile per "tappare i buchi di organico". Tutto senza una vera selezione, che ne accerti requisiti e capacità secondo livelli di qualità.
Per i "navigator" sarebbe curioso conoscere quanti colloqui con aspiranti all'impiego hanno avuto, quante aziende hanno contattato, quanti posti di lavoro sono riusciti a trovare per chi si è rivolto a loro e dove.
E non si cerchi l'alibi della pandemia Covid-19 per dire che tutto ciò non è stato possibile. Anche perchè, perdurando il contagio, la loro efficacia resterebbe davvero ridotta a quasi nulla.
Nazzareno Tittarelli
Leggi l'articolo completo suCorriere Adriatico