ROMA - Il sogno del mondo patinato costava caro: filmini hard e sesso. E loro, quelle ragazzine tra i 14 e i 17 anni, erano pronte a pagare qualunque prezzo, anche se...
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L’INCHIESTA
Le indagini sono nate a margine dell’inchieta sulle baby squillo dei Parioli, dopo un’intervista a un minorenne pubblicata su un quotidiano. La ragazzina ha raccontato di avere contattato l’agenzia di Fusco e di avere ricevuto la proposta di foto hard: «M’ha detto tu hai visto come faccio le foto. Io le faccio così, se sei disposta a farle così è bene, se no trovati un fotografo, perché comunque il book serve».
Fusco convinceva le ragazze a compiere atti sessuali con lui «nella prospettiva dell’utilità costituita da promesse di casting», scrive il gip Giulia Proto nell’ordinanza. «Una volta effettuata una selezione - si legge ancora - Fusco individua le giovani più sensibili alle sue richieste e chiede loro la disponibilità a sottoporsi a sedute fotografiche dall’esplicito contenuto erotico, peraltro caratterizzate da depilazioni delle zone intime delle ragazze giovani, nonché da altre pratiche sessuali come massaggi di glutei e seni». Parla di una «consolidata attività criminosa di adescamento di ragazze minori» il giudice. E’ Fusco a preoccuparsi che non fossero diffuse in rete «foto sessualmente provocanti al fine di non attirare l’attenzione sulle giovani modelle, dimostrando di essere consapevole del carattere illecito della sua attività. Inoltre - continua il gip - pretende dalle minori la loro partecipazione a iniziative estranee alla sua attività lavorativa finalizzate a ottenere prestazioni di natura sessuale (ad esempio massaggi con palpeggiamenti in zone intime). Fa in modo di convincere le giovani a non coinvolgere i genitori nelle attività proposte; suggerisce espedienti utili a documentare falsamente la loro età». E’ il 23 maggio scorso quando Fusco racconta a un’amica di un servizio hard fatto a due ragazze in pose saffiche. E quando gli viene chiesto quanti anni avesse la più giovane l’uomo risponde: «Sedici e mezzo».
LE CONVERSAZIONI
Non ci sono dubbi sul fatto che il fotografo sapesse che le ragazzine erano minorenni, sono ancora le intercettazioni a dimostrarlo. Al telefono, cerca di convincere una di loro a non farsi accompagnare dalla madre: «Io non vado a prendere una persona che poi gli do un casting, però quella mi dice mia madre non mi può accompagnà, non ci posso andà..Io non prendo una persona che si rivela inaffidabile, che se io la chiamo deve prima mettere d’accordo tutti i genitori per essere accompagnata. Qui si cerca gente che sia autonoma, nel momento in cui ci sia un provino quella possa andare anche senza genitori, parenti, fidanzati e nonni». Poi insegnava alle ragazzine il modo per falsificare i documenti. In occasione di un casting Fusco chiede a una ragazza se andrà e lei obietta: «E come faccio sono minorenne». Fusco risponde: «Uno gli fa una fotocopia taroccata con photoshop del documento e ha svoltato». In un’altra conversazione il fotografo parla con una minorenne, la ragazza chiede se è il caso che partecipi ad un casting nonostante l’età, Fusco le risponde che cercano donne di 20 anni: «A te vent’anni te li danno con il binocolo». Nel programmare un incontro con due giovanissime modelle, scrive un sms ad un’amica: Una delle ragazze la conosco, l’altra no, speriamo che non sia una morta di sonno». In un’altra telefonata Fusco racconta delle foto hard a una ragazzina «Ha 16 anni e mezzo», dice, poi si lamenta perché a volte le minorenni non sono disponibili: «Prima mi dicono di sì, poi dicono che non possono perché hanno l’esame di maturità». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico