PERUGIA - Una connazionale ridotta a schiava del sesso a pagamento e spaccio di cocaina: un vero e proprio boss al femminile del malaffare fermata in via Birago dalla squadra...
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Gli investigatori diretti da Marco Chiacchiera e sotto il coordinamento operativo di Piero Corona e Armando Finzi da diversi giorni erano sulle tracce della donna, la romena Alis Gabriela Dumitru, perché su di lei pendeva un mandato di arresto europeo ed era stata evidenziata la sua presenza in Italia e nel Perugino.
La donna, infatti, secondo la ricostruzione investigativa fatta dagli agenti, aveva trovato rifugio presso suoi connazionali proprio in questa provincia, dove si spostava continuamente per evitare di essere individuata ed arrestata, ben consapevole del rilievo “internazionale” del provvedimento che l’aveva colpita.
Nella notte tra mercoledì e giovedì è scattato il blitz: gli uomini della Sezione C.O., dopo ore di appiattamento ed osservazione, sono riusciti ad individuare l’autoveicolo in uso alla ricercata, una Bmw di colore rosso.
L’auto è stata notata in Via Birago e, dopo poco tempo, come era facilmente prevedibile, è comparsa la ricercata internazionale, la quale si è messa alla guida e si è allontanata in direzione Ellera di Corciano, dove è stata bloccata dalla Polizia e tratta in arresto.
In seguito, è emerso che la sfruttatrice, qui a Perugia, si nascondeva dividendosi tra un appartamento in Via Della Pescara ed un’abitazione nella predetta Via Birago.
Innumerevoli, almeno quelli che risultano alla Polizia italiana, i precedenti penali e di polizia della rumena: già nel 2005 violò le norme sull’immigrazione a Genova, dove fù destinataria di un paio di provvedimenti di espulsione del Questore e dove si rese altresì responsabile di un tentato furto, dopodichè venne denunciata a Modena per sfruttamento della prostituzione, sotto falso nome, e fotosegnalata a Treviso, Chiusi ed Assisi.
All’esito dell’operazione dell’altra notte, la donna è stata accompagnata a Capanne, dove resterà in attesa della successiva estradizione per la Svizzera dove, date le premesse investigative e probatorie ma soprattutto il suo tentativo di fuga finito male, la attende un processo non proprio favorevole.
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Corriere Adriatico