VENEZIA - Caccia ai bestemmiatori di Natale, ora si muovono anche i carabinieri. Non tanto per la gravità del reato (è prevista una semplice sanzione amministrativa), quanto per...
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A Mirano l'episodio ha fatto parlare eccome, soprattutto perché è capitato per il secondo anno di seguito. Alla messa di mezzanotte, celebrata da monsignor Lino Regazzo, la sacralità della liturgia è stata squarciata dall'urlo di una bestemmia seguita da una rapida fuga a piedi.
I fedeli sono rimasti sgomenti, mentre si scambiavano il consueto segno di pace, e intanto due uomini correvano fuori senza riuscire a rintracciare il gruppetto. A gridare la bestemmia è stato un ragazzino accompagnato da due amici, il trio era entrato in Duomo pochi minuti prima dal portone principale facendosi il segno della croce.
L'opinione più diffusa è quella che si tratti di una goliardata adolescenziale, magari una scommessa provocatoria nata sotto i fumi dell'alcol.
Ma i carabinieri vogliono fare luce sulla vicenda e individuare il protagonista, d'altronde l'articolo 724 del Codice Penale parla chiaro: «Chiunque pubblicamente bestemmia con invettive o parole oltraggiose contro la divinità o i simboli o le persone venerati nella religione dello Stato, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 51 a euro 309. La stessa sanzione si applica a chi compie qualsiasi pubblica manifestazione oltraggiosa verso i defunti».
Il reato è stato depenalizzato a semplice illecito amministrativo con un decreto legge datato 1999, ma quella notte lo sdegno è stato tanto e i miranesi sono convinti che il ragazzino meriti una lezione.
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Corriere Adriatico