Nel 1984 la Thatcher voleva mandare l'esercito contro i minatori in sciopero

Margaret Thatcher (Foto Ansa)
LONDRA - Era tutto pronto a Londra nel 1984 per un risolutivo e drammatico intervento dell'esercito durante il duro braccio di ferro tra l'allora primo ministro...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LONDRA - Era tutto pronto a Londra nel 1984 per un risolutivo e drammatico intervento dell'esercito durante il duro braccio di ferro tra l'allora primo ministro conservatore Margaret Thatcher e i minatori mobilitati in sciopero, in quello che si ricorda come un momento cruciale nella storia recente del Regno Unito. Al contrario di quanto ufficialmente dichiarato dal governo infatti, la Thatcher aveva contemplato la possibilità di dichiarare lo stato di emergenza, ordinando ai militari di fare irruzione nelle miniere e prelevare il carbone necessario per il Paese sull'orlo della crisi energetica.




È quanto risulta dai documenti ufficiali rimasti riservati per trent'anni e adesso resi pubblici. Dagli archivi emerge inoltre come in quell'anno in più di un'occasione il governo e la Lady di Ferro - al contrario di quanto dichiarato pubblicamente - ebbero il reale timore di dover soccombere davanti alla determinazione dei minatori. La prima volta accadde a luglio, quando alla protesta si aggiunsero i lavoratori portuali: «Il tempo non è dalla nostra parte», ammise l'allora ministro del Lavoro Norman Tebbit in una nota riservatissima diretta alla Thatcher. Risale poi ad ottobre una lista delle «opzioni da scenario peggiore», che comprendeva 'interventi-limitè, redatta dopo che era ormai chiara l'intenzione dei minatori di non cedere di un millimetro minacciando di fatto la 'chiusura totale' del Paese.
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico