Vittorio Sgarbi nei guai per l'acquisto di un quadro: «Debiti col Fisco da 715mila euro». Rischia il processo

I pm di Roma accusano il sottosegretario di aver compiuto reati fiscali

Vittorio Sgarbi nei guai per l'acquisto di un quadro: «Debiti col Fisco da 715mila euro». Rischia il processo
Non è un periodo facile per Vittorio Sgarbi. I pm della Procura di Roma hanno proceduto alla chiusura dell'indagine, atto che di norma precede la richiesta di rinvio a...

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Non è un periodo facile per Vittorio Sgarbi. I pm della Procura di Roma hanno proceduto alla chiusura dell'indagine, atto che di norma precede la richiesta di rinvio a giudizio, che vede indagato il sottosegretario alla Cultura, per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Debiti che il critico d'arte ha con l'Agenzia delle Entrate per un totale di circa 715mila euro.

 

Le imputazioni

I pm contestano a Sgarbi di aver acquisito un dipinto nel 2020 all'asta facendo figurare la fidanzata come acquirente e con denaro di una terza persona con l'intento di mettere l'opera al riparo da eventuali aggressioni da parte del Fisco. Il procedimento era stato avviato nei mesi scorsi e l'elezione di domicilio a Sgarbi era stata notificata in estate.

La vicenda finita all'attenzione dei magistrati del pool che si occupano di reati fiscali risale all'ottobre di tre anni fa ed è legata ad una asta durante la quale, secondo l'accusa, la fidanzata di Sgarbi, Sabrina Colle, avrebbe acquistato un'opera dell'artista Vittorio Zecchin pagandola 148 mila euro circa. Per i magistrati il reale acquirente sarebbe però lo stesso critico d'arte. Una ricostruzione contestata dagli indagati per i quali l'operazione sarebbe stata effettuata da Sabrina Colle con il denaro di una terza persona.

Il giardino delle fate

L'acquisto del dipinto, "Il giardino delle fate", opera del 1913, secondo la tesi di Sgarbi, sarebbe stato realizzato grazie alla munificenza dell'ormai defunto Corrado Sforza Fogliani, avvocato cassazionista e banchiere, ex presidente di Confedilizia e vicepresidente dell'Abi. Per la Procura l'obiettivo degli indagati era, invece, mettere l'opera al riparo da eventuali interventi da parte dell'Entrate. Per chi indaga quanto avvenuto configura il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte come previsto dall'articolo 11 della legge 74 del 2000 che punisce chiunque "al fine di sottrarsi al pagamento di imposte sui redditi o sul valore aggiunto ovvero di interessi o sanzioni amministrative relativi a dette imposte" "aliena simulatamente o compie altri atti fraudolenti sui propri o su altrui beni idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva".

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Corriere Adriatico