Trans si spaccia per prostituta Il cliente: «Non ti voglio». E lui lo rapina

Trans si spaccia per prostituta Il cliente: «Non ti voglio». E lui lo rapina
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Offriva prestazioni sessuali a pagamento, a Pescara, attraverso annunci su siti d'incontri, non specificando però di essere un transessuale. Quando si recavano all'appuntamento, non tutti i clienti quindi gradivano la sorpresa. E così molti rifiutavano il rapporto. A questo punto lui, pretendeva ugualmente i soldi e, quando non riusciva ad ottenerli, si impossessava di oggetti di valore per poi contattare telefonicamente il cliente ed estorcergli il denaro.



Ieri però gli è andata male. Una delle vittime, a cui era stato portato via il computer portatile, per riavere il quale il trans pretendeva 400 euro, si è infatti presentata in questura, raccontando tutto per filo e per segno, e facendolo arrestare in flagranza. Dritto in carcere con l'accusa di tentata estorsione è finito un colombiano di 25 anni, volto arcinoto alle forze dell'ordine. Era già stato arrestato nel 2018 per estorsione e qualche mese fa per tentata estorsione e pure per rapina.

L'operazione è scattata, ieri mattina poco dopo le 8, quando la vittima, che fra l'altro già venerdì aveva sporto denuncia per appropriazione indebita del portatile ed estorsione, si è presentata negli uffici di via Pesaro della questura per avvisare che la persona che lo ricattava si era fatta di nuovo viva. Voleva che gli consegnasse 400 euro immediatamente poiché in giornata doveva partire. Gli aveva dato quindi appuntamento. A questo punto, è stata organizzata una vera e propria trappola. L'uomo si è recato sì all'appuntamento, ma seguito passo passo dai poliziotti della squadra volante in borghese e da un equipaggio della squadra mobile. Il trans era dietro una siepe, con una borsa in mano, che lo aspettava. Al momento opportuno, gli agenti sono intervenuti, lo hanno bloccato e perquisito. Nella borsa c'era il computer portatile sottratto al cliente. Per il colombiano, che non ha potuto proferire parole, si sono spalancate le porte del carcere. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico