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Intimidazione degna di un film. Non una testa di cavallo nel letto, come quella trovata dal produttore Jack Woltz nel Padrino di Francis Coppola, ma quella di capretto, fuori dalla porta di casa, insanguinata e infilzata con un coltello da macellaio, accompagnata da un biglietto in cui è scritto «Così». È quella che ha trovato la giudice leccese Maria Francesca Mariano, sotto scorta da alcuni mesi dopo aver ricevuto delle lettere minatorie, nella notte tra giovedì e venerdì.
Le intimidazioni alla magistrata sarebbero legate alle indagini che hanno portato all'operazione antimafia con cui lo scorso 17 luglio furono arrestate 22 persone del clan Lamendola-Cantanna ritenuto organico alla Sacra corona unita, l'organizzazione pugliese di stampo mafioso.
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Corriere Adriatico