Bambino abbandonato dai genitori, il nonno lo violenta

Bambino abbandonato dai genitori, il nonno lo violenta. L'esperto: «Un falso ricordo»
Ha accusato il nonno di averlo violentato quando era solo un bambino dopo essere stato scoperto in comunità in atteggiamenti intimi con un compagno più grande di...

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Ha accusato il nonno di averlo violentato quando era solo un bambino dopo essere stato scoperto in comunità in atteggiamenti intimi con un compagno più grande di lui. Un’accusa che secondo il consulente del difensore, lo psicoterapeuta Giuseppe Orfanelli, uno dei maggiori esperti di psicologia infantile, potrebbe essersi basata su «un falso ricordo creato in buona fede dal bambino».

 
È il 2018 quando gli assistenti sociali denunciano il nonno, un 70enne teramano, sulla base del racconto del bimbo. Tutto questo, però, avviene una settimana dopo che Angelo (nome di fantasia) era stato sorpreso nel bagno della casa famiglia dove si trovava insieme ad un ragazzino più grande di lui. Quando entrambi vengono risentiti per capire cosa fosse successo, Angelo si assume la responsabilità e «dopo essere stato sollecitato sul ricordo - spiega il difensore del nonno, l’avvocato Giovanni Gebbia -, anche se le domande non ci sono e non sono state ritrovate, mima gesti che riconducono al nonno». Quel nonno che l’ha cresciuto, prendendo il posto dei genitori i quali, al contrario, lo hanno abbandonato sin da piccolo. Anche in fase di incidente probatorio Angelo ha confermato di aver subito presunte violenze sessuali dal nonno quando aveva 7 o 8 anni, parlando però, dell’affetto che continuava a provare nei suoi confronti e della volontà di essere adottato. Due aspetti rimarcati al processo, dal consulente della difesa Orfanelli, secondo il quale «l’ipotesi è che Angelo voleva essere adottato perché sperava di andare con una famiglia benestante, ma voleva bene a suo nonno, tant’è che in diverse occasioni è anche scappato dalla struttura per andare da lui e questo dimostrerebbe che in buona fede il bambino aveva creato un falso ricordo».

Se davvero così fosse, però, dietro ci sarebbe qualcuno che verosimilmente potrebbe aver sollecitato in un bambino quel falso ricordo. Il processo è alle battute finali. Il difensore ha chiesto anche la nullità della perizia fatta dall’accusa, ma rigettata dal Tribunale, perché non sarebbe stata presa in considerazione la valutazione della Neuropsichiatria infantile della Asl di Teramo dalla quale non veniva rilevata alcuna patologia specifica. Agli atti ci sono anche documenti che riguardano il primo periodo in casa famiglia di Angelo, quando lui si lamentava che qualcuno lo insultava, ma nessuno lo ha mai preso in considerazione, pensando addirittura che avesse le allucinazioni.
 

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Corriere Adriatico