Parlare con i propri cari defunti? In Italia esiste il «telefono del vento» che attrae sempre più turisti: ecco dove si trova

Il «telefono del vento» è diventato famoso anche oltre i confini italiani: sui social si vedono che sempre più turisti che si dirigono presso questo magico luogo

Parlare con i propri cari defunti? In Toscana c'è il «telefono del vento» che attrae sempre più turisti: ecco dove si trova
Parlare con i propri cari defunti non è possibile, o almeno per la Scienza è una possibilità ancora troppo lontana. Ma sognare e fantasticare non costa nulla....

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Parlare con i propri cari defunti non è possibile, o almeno per la Scienza è una possibilità ancora troppo lontana. Ma sognare e fantasticare non costa nulla. Se avete voglia di riavvicinarvi a chi avete perso, dovete recarvi nel Pisano. Lì c'è un posto davvero magico. A Capannoli, in provincia di Pisa. Il «telefono del vento» è diventato famoso anche oltre i confini italiani: sui social si vede che sempre più turisti, già in Toscana, allungano il loro tragitto per arrivare alla cabina telefonica.



Si tratta di un piccolo comune disperso nel verde che sembra uscito da un film e dove, da qualche tempo, moltissime persone si recano ogni giorno. ⁠⁠È proprio qui, sulla collina più alta del Podere, che il fotografo Marco Vanni ha deciso di installare il «telefono del vento». Una cabina telefonica speciale, sprovvisto di qualsiasi collegamento, ma che può essere usato per mettersi simbolicamente in contatto con coloro che non ci sono più, lasciando un messaggio che poi verrà consegnato loro proprio dal vento. 

 


Origini giapponesi

Ma non solo: oltre che per comunicare con i propri cari, il «telefono del vento» può essere anche idealmente usato per parlare con sé stessi, come spiegato dallo stesso Vanni, che ha voluto portare in Italia questo famoso progetto nato in Giappone nel 2011. ⁠«Si può usare la cabina per sfogarsi, lanciare appelli, aprire il proprio cuore e mostrare la propria sensibilità. Perché parlare solo con chi non c’é più? È bene parlare con sé stessi, affidare al vento le proprie parole». ⁠

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Corriere Adriatico