Pazienti negativi al tampone e con sintomi sfumati, che poi dopo una Tac rivelano polmoniti interstiziali del tutto analoghe a quelle dei pazienti Covid. «Ecco perché...
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Il presidente della Sis 118 cita l'ultimo caso, recentissimo, di un uomo di 80 anni che chiama la Centrale operativa 118 di Taranto lamentando stipsi e febbricola (37.5°C), appena comparsa. Nega la presenza di tosse. Nega la presenza di affanno (dispnea). Nega la presenza di patologie respiratorie croniche polmonari. La Centrale operativa 118 ha un protocollo che prevede il trasporto nell'ospedale Covid immediato e l'attivazione del percorso di valutazione clinica e di studio diagnostico-differenziale per qualunque caso che presenti sintomatologia compatibile con Covid-19, anche la più sfumata, come in questo caso una febbricola di recente comparsa.
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Il paziente è stato prelevato a casa da una ambulanza del Set 118-Taranto specificamente dedicata alla gestione dei pazienti Covid-19 sospetti o conclamati e viene condotto alla postazione fissa Set 118 CoviD dell'Ospedale San Giuseppe Moscati, Covid Hub per la provincia di Taranto, dove si avvia il percorso diagnostico. Buona la saturazione arteriosa di ossigeno: 93% in aria ambiente (valori normale 'minimò di 80 mmHg); viene effettuato il tampone naso-faringeo, con esito negativo. Poi viene prontamente eseguita l'emogasanalisi, metodica di indagine che consente attraverso il prelievo di sangue arterioso dall'arteria radiale di valutare, in modo preciso, l'efficacia della funzioni di ossigenazione e di ventilazione del polmone, e quindi le esatte concentrazioni nel sangue di ossigeno e di anidride carbonica. Qui la prima sorpresa. È presente una condizione di severa insufficienza respiratoria acuta, con pressione parziale di ossigeno di 57 mmHg (valore minimo di 60 mmHg). Viene subito richiesta, dal medico in servizio, la Tc del torace. Qui il secondo riscontro: polmonite interstizio-alveolare Covid-like, ossia estremamente suggestiva di Covid-19. Ma «questo caso è solo uno dei tanti. Nella nostra esperienza, circa il 50% dei pazienti pervenuti alla nostra valutazione con sintomatologia acuta, anche sfumata, di febbricola o di infezione respiratoria (minore o maggiore) presenta quadro combinato di insufficienza respiratoria acuta, negatività all'esame del tampone, riscontro laboratoristico (neutrofilia, linfocitopenia, livelli elevati di interleukina 6, livelli bassissimi, o quasi inesistenti, di vitamina D) e soprattutto radiologico alla Tc del torace (polmonite interstiziale o interstizio-alveolare) altamente suggestivo di Covid-19», sintetizza l'esperto.
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Un fenomeno che lascia aperti degli interrogativi: «Intanto sull'elevata percentuale di possibili falsi negativi in soggetti oligosintomatici o francamente sintomatici (nella nostra esperienza una percentuale del 50%) - dice Balzanelli - quesiti che l'esame broncoscopico può, come sottolineato dalle linee guida della Società Italiana di Pneumologia, contribuire in modo determinante a chiarire, anche precocemente»- Inoltre ci si chiede «quale sia la reale espressività clinica dei pazienti affetti da Covid-19, e si impongono contesti di gestione ospedaliera e di accesso alle cure specifiche dedicati in aree protette Covid-19 che, a nostro parere - sottolinea - devono trovare il loro autentico 'punto di forzà in una precoce valutazione clinica esperta, effettuata sin dalle fasi più precoci di comparsa della sintomatologia, per via telefonica, dalle Centrali operative 118», conclude Balzanelli. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico