SYDNEY - Se un collega proprio non ci va giù, meglio scegliere la strada dell'indifferenza. Ma guai a rimuoverlo da Facebook. La cancellazione dal social potrebbe...
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Uscita in lacrime dal posto di lavoro, l'agente immobiliare è poi andata andata a controllare se la dirigente aveva commentato l'incidente su Facebook. E così ha scoperto l'ultima prepotenza: era stata cancellata dagli amici.
La sentenza, spiegano gli esperti, non afferma che la cancellazione sia di per sé un atto di mobbing. Ma chiarisce che può diventarlo. E per la Roberts è stata l'ultima goccia dopo una serie di sgarberie di cui era stata vittima e che le hanno causato ansia e depressione.
La Bird, infatti, non la salutava mai e la escludeva ogni volta che consegnava del materiale al resto dello staff. Se la sentenza amplia lo spettro dei vari modi di perseguitare ingiustamente i colleghi, potrebbe anche far riflettere se non sia il caso di separare più nettamente lavoro e vita privata sui social network. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico