SULMONA - Una sentenza destinata a far parlare, e parecchio, con i genitori condannati a pagare le colpe dei loro figli. Il giudice del tribunale di Sulmona Daniele Sodani ha...
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Cinque anni fa una ragazza all'epoca 14enne, denunciò di essere apparsa senza veli su Facebook per alcune ore e poi sui telefonini di amici e conoscenti. Ben presto quello che all'inizio sembrava un gioco indecente presto è finito al centro di indagini giudiziarie condotte dai carabinieri di Sulmona, sollecitati dai genitori della ragazza. L'accusa fu quella di diffusione di materiale pedopornografico. All'inizio furono una trentina i ragazzi, quasi tutti minorenni, chiamati a deporre dai carabinieri. Da questo elenco sono poi stati estrapolati gli undici ritenuti autori materiali della diffusione delle foto osé.
In sede di udienza preliminare gli indagati sono stati tutti prosciolti. Non così in sede civile dove il giudice accogliendo parzialmente le richieste dei genitori che avevano avanzato un risarcimento di 650 mila euro, per danni patrimoniali e non, ha stabilito che i convenuti debbano versare, a vario titolo, la cifra in totale di oltre 100 mila euro, come danno non patrimoniale. Il giudice ha disposto che a pagare il risarcimento debbano essere i genitori degli allora minorenni perché «è in capo al genitore l'onere di provare e di dimostrare il corretto assolvimento dei propri obblighi educativi e di controllo sul figlio, solo in tal modo potendosi esonerare dalla condanna risarcitoria».
Nella specie nulla è stato dimostrato.
Corriere Adriatico