Sms equivoci alla ragazzina a scuola Il padre si adira e aggredisce il bidello

Sms equivoci alla ragazzina a scuola Il padre si adira e aggredisce il bidello
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SQUINZANO - Quei messaggi sul cellulare gli sono sembrati inequivocabili. Così il padre di una ragazzina di 11 anni, ieri a Squinzano, si è presentato ieri nella scuola della figlia ed ha affrontato il presunto autore degli sms, il bidellod ella scuola. La rissa tra i due uomini è stata inevitabile. Risultato: ferite guaribili in 10 giorni per il padre della ragazzina, 5 giorni di prognosi e una denuncia per molestie, invece, ha rimediato il bidello, un uomo di 60 anni, che dopo il diverbio ha dovuto ricorrere alle cure dei medici del Pronto Soccorso. E che subito dopo è stato invitato dai militari dell'Arma, che hanno raccolto la denuncia dei genitori della 11enne, a presentarsi in caserma per le formalità di rito.


L'episodio si è verificato durante l'orario scolastico, ma i ragazzi erano tutti in classe a fare lezione. Il padre della studentessa si sarebbe scagliato sul bidello con calci e pugni. Non riuscendo a liberarsi, il collaboratore scolastico, che avrebbe subito numerosi colpi (restituendone comunque qualcuno), si sarebbe messo a urlare e alla sua richiesta di aiuto sarebbe arrivato il secondo bidello che per dividere i due si sarebbe guadagnato un paio di pugni anche lui. Nel frattempo sarebbero intervenuti alcuni professori che avrebbero allertato anche carabinieri e 118. Nelle immediatezze sono arrivati i sanitari. Questi si sono subito resi conto delle condizioni in cui versava il bidello, presto trasportato al Pronto Soccorso dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Ma anche l’aggressore e il secondo bidello sono stati visitato dai sanitari. Per quest’ultimo nulla di grave.
I carabinieri della locale stazione, invece, hanno raccolto tutte le testimonianze dei presenti e hanno ascoltato la professoressa presente durante il pestaggio. Non ci sono state dichiarazioni da parte della dirigenza scolastica e nemmeno da parte del genitore e dell'aggredito. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico