Studentessa mezza nuda sotto un ponte: il giallo dello stupro. Caccia ai testimoni

Studentessa si sveglia mezza nuda sotto un ponte: il giallo dello stupro
PADOVA - Sono avvolte in uno stretto riserbo le indagini sullo stupro di cui sarebbe stata vittima nella notte di Natale la ventunenne studentessa padovana. Il sostituto...

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PADOVA - Sono avvolte in uno stretto riserbo le indagini sullo stupro di cui sarebbe stata vittima nella notte di Natale la ventunenne studentessa padovana. Il sostituto procuratore Giorgio Falcone, che coordina il lavoro della Squadra mobile, sta attendendo i risultati degli accertamenti medici compiuti sulla ragazza. Al momento non vi sarebbero però riscontri obiettivi sul racconto della ragazza. E gli esami clinici non avrebbero fornito tracce della violenza. 


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IL DIFENSORE
«Chi sa, parli». É l'accorato appello che l'avvocato Salvatore Frattallone rivolge a chiunque la notte della vigilia di Natale si trovasse nel centro storico di Padova. Il motivo è quanto mai serio: trovare tutti gli elementi utili per dimostrare la veridicità delle parole di una ragazza di ventun anni e il responsabile dell'atrocità di cui lei si dice vittima, ossia un brutale stupro. «Giovani, studenti, anziani, turisti: chiunque può aver notato qualcosa. Anche un solo dettaglio all'apparenza trascurabile potrebbe aiutare a far luce sulla vicenda e rendere giustizia a questa ragazza distrutta, che a fatica sta ora cercando di ricominciare la sua vita» prosegue il legale della famiglia.

L'episodio risalirebbe alla notte tra il 24 e il 25 dicembre, ma uno dei primi e più importanti dubbi che gli inquirenti hanno il compito di dirimere riguarda proprio l'orario esatto: «La giovane ha raccontato di aver cenato in centro con alcuni amici. Poi si sono spostati nella zona del Ghetto raggiungendo altre persone. Alcuni li conosceva bene, altri meno. Ricorda di essere stata in un bar, aver bevuto un paio di drink, ma nessun fatto particolare. Poi il buio più assoluto fino al mattino quando si è svegliata sotto al ponte di San Giovanni delle Navi con uno sconosciuto che abusava di lei». Una storia resa ancor più tremenda per il fatto di essere stata consumata la notte di Natale, nel pieno centro storico. Quante ore siano passate dall'ultimo avvistamento della ragazza al suo risveglio è ancora da capire: «Si è svegliata attorno alle 7 intontita, incapace di muovere braccia e gambe. Solo quando si è ripresa è riuscita a tornare a piedi a casa. Ha raccolto i suoi vestiti, non è stata derubata, ma qualcosa mancava» spiega Frattallone che la difende con la consulenza tecnica della psicologa e criminologa Barbara Bononi. Un team impegnato in prima linea nei casi di violenza sulle donne, già parte del processo legato alla vicenda di Tiziana Cantone.


Per il legale tutte le piste sono aperte, ma la preponderante è quella per cui la vittima sarebbe stata drogata e resa incapace di percepire e reagire al pericolo: «Non sappiamo come, dove e quando abbia conosciuto l'aggressore. Neppure se fosse uno solo. Potrebbe anche essere stata notata e puntata la sera prima, quand'era nella stessa zona. La famiglia non si è preoccupata nel non vederla rientrare, la pensavano al sicuro con gli amici e lei stessa ha atteso fino al 28 dicembre prima di confessare tutto alla madre e recarsi al pronto soccorso». Dopo la prognosi di 30 giorni, l'ultimo dell'anno la giovane ha formalizzato la denuncia in questura ed è stata accompagnata a riconoscere il luogo del presunto stupro. Ora è tornata all'estero, dove studia e lavora. «Confidiamo nelle indagini affinché questa povera donna possa tornare a prendere in mano la sua vita - conclude l'avvocato - Sospetti? É troppo presto. Quel che conta adesso è il rispetto per la vittima e trovare ogni possibile testimone utile».
Serena De Salvador  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico