Sesso orale, allarme tumori alla gola: «Duemila nuovi casi in Italia, triplicati in dieci anni»

Sesso orale, allarme tumori alla gola: «Duemila nuovi casi in Italia, triplicati in dieci anni»
Papilloma, ormai è allarme: e la "colpa" è del sesso orale. Cresce infatti il numero di persone colpite da tumore alla gola, e molto spesso è dovuto...

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Papilloma, ormai è allarme: e la "colpa" è del sesso orale. Cresce infatti il numero di persone colpite da tumore alla gola, e molto spesso è dovuto all'HPV, il virus del Papilloma Umano: ogni anno in Italia si registrano circa duemila nuovi casi (numero triplicato nell'ultimo decennio), secondo quanto affermano gli esperti di tumori dell'orofaringe che da ieri fino a domani si sono riuniti in Italia a Roma per il settimo Congresso mondiale dell'International Academy of Oral Oncology (IAOO).



Ad aprire il Congresso il professor Harald Zur Hausen, Premio Nobel per la Medicina nel 2008 per aver scoperto la correlazione tra virus e tumori. Fino a pochi anni fa, spiega, «si riteneva che il 20% dell'incidenza globale di tumori fosse collegata a vari tipi di infezioni di virus, batteri e parassiti. Attualmente si ritiene che questa percentuale sia in aumento e calcoliamo che fino al 50% di tutti i tumori ha alcuni collegamenti con eventi infettivi». Tra questi, vi sono i tumori alla gola e alla bocca causati dall'Hpv che viene trasmesso attraverso il sesso orale. 


«Negli ultimi dieci anni i tumori orofaringei sono aumentati del 300%, soprattutto in relazione all'aumento di infezioni da Hpv, responsabile, in Italia, del 40% dei casi» e spesso si tratta di «soggetti giovani», spiega il presidente del Congresso Giuseppe Spriano, responsabile Otorinolaringoiatria dell'IRCCS Humanitas e docente di Humanitas University. «Ci aspettiamo un'ulteriore crescita di questi tumori legata al virus poiché la prevalenza è 18 volte superiore rispetto al passato», aggiunge. 



Fortunatamente oggi questi pazienti possono guarire se diagnosticati in tempo, ma il vaccino rappresenta la principale arma di prevenzione ed è disponibile in Italia, sia per le femmine sia per i maschi, a partire dagli 11 anni di età. «La copertura è ancora lontana da quella auspicata, soprattutto nei maschi e di questo passo», conclude Spriano, «la riduzione d'incidenza legata alla vaccinazione richiederà decenni». 
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Corriere Adriatico