Scopre Bot milionari in un cassetto ma sono in lire e non li può incassare

Scopre Bot milionari in un cassetto ma sono in lire e non li può incassare
CAVARZERE - Scopre un tesoro in fondo a un cassetto, ma la gioia per la sorpresa inaspettata è durata solo pochi istanti. E la speranza di dare una svolta alla propria vita si è...

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CAVARZERE - Scopre un tesoro in fondo a un cassetto, ma la gioia per la sorpresa inaspettata è durata solo pochi istanti. E la speranza di dare una svolta alla propria vita si è trasformata in una grande delusione, perché quel tesoro - non potendolo più ritirare - è ormai "carta straccia". È un sogno infranto quello che ha vissuto Vittoria Cappello, una cavarzerana di 77 anni che si è ritrovata tra le mani un tesoretto di 50 milioni di vecchie lire, in titoli di Stato, conservati in una vecchia credenza a casa della madre.




«È stato mio genero a scovare i documenti. In queste carte c’erano i risparmi d'una vita», afferma Vittoria Cappello, stringendo tra le mani quei piccoli tagliandi che attestano i versamenti: 10 ricevute da 5 milioni l'una. La cospicua somma si era formata grazie al marito, Lino Dalla Pietra, che spediva i soldi del lavoro all'estero. «Lavorava per le officine Maraldi e girava il mondo per la costruzione di nuove raffinerie - spiega - All’inizio lo seguivo ovunque, uno tra i suoi primi incarichi è stato in Sicilia, dove ci siamo sposati nel 1961». Poi sono arrivati i bambini, così Vittoria ha deciso di fermarsi a Cavarzere.



Ma la felicità di questa famiglia si è interrotta nel 1973 con la morte di Lino, così Vittoria si è ritrovata da sola a gestire la famiglia. Senza perdersi d'animo ha iniziato a ricamare e a dipingere le stoffe che vendeva nelle località turistiche del Veneto e a San Marino. «I soldi che mio marito aveva mandato e che avevamo tenuto a casa, li ho investiti in Bot negli anni '80. Ma tra i figli e il lavoro, avevo dimenticato quei titoli a casa di mia madre».



Così quei 50 milioni sono rimasti "dormienti" e nessun movimento è stato fatto per oltre vent'anni, tanto più che la donna era sprovvista di conto corrente e libretto bancario, dove eventualmente sarebbero stati trasferiti i Bot alla loro scadenza.


Dopo due decenni, ormai decorsi, quei soldi sono stati incamerati dal Fondo centrale dello Stato e sembra proprio non ci sia più niente da fare. Una vera beffa. «Mi hanno detto che quel credito non si può più riscuotere. Mi dispiace davvero perché ne avevo bisogno, ma soprattutto perché erano il sacrificio di una vita», dice tra le lacrime la donna. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico