ROMA - La Squadra mobile di Roma ha fermato l'ex fidanzato di Sara Di Pietrantonio, la 22enne trovata all'alba di ieri semi carbonizzata nei pressi della sua auto in...
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L'ex della studentessa romana si chiama Vincenzo Paduano e ha 27 anni ed è una guardia giurata. Sulla vicenda indaga la Squadra mobile di Roma. Era stato insieme alla ragazza per un paio d'anni e lo aveva lasciato solo pochi giorni. Un uomo ossessivo che la seguiva spesso. Per tutta la domenica era stato interrogato in commissariato e le telecamere lo hanno incastrato. E' stato visto scendere dalla Toyata di Sara e poi andarsene prima che la vettura prendesse fuoco. Il 27enne, che dopo avere ucciso Sara era tornato al lavoro, alla fine ha confessato. E non poteva fare diversamente viste le prove raccolte dalla polizia, a partire dai filmati di una telecamera.
Il messaggio «sto tornando a casa» era ormai una consuetudine tra Sara e la mamma Tina, ma sabato notte le cose sono andate diversamente. Dopo 20 minuti la preoccupazione della mamma è aumentata al punto da svegliare suo fratello. « Sara non torna, è uscita con la mia macchina. Mi accompagni a cercarla?» le avrebbe detto. Così sono usciti di corsa. Prima un giro sotto casa dell'amica che era uscita con lei e poi la scoperta, terribile. Sara era morta e il suo corpo, semi carbonizzato, era a terra in un parcheggio di un ristorante su via Magliana oltre il Grande raccordo anulare, all'estrema periferia di Roma. «Tina è stata tra le prime persone a vedere il corpo - raccontano le zie della studentessa, Anna e Luciana - Era vicino all'auto in fiamme quando i vigili del fuoco hanno indicato un altro focolaio. Lì c'era Sara con la camicetta aperta e le braccia allargate. Non abbiamo idea di cosa sia successo. Certo, è strano che una persona che scappa avvolta dalle fiamme si nasconda dietro un muretto per chiedere aiuto». I parenti, sconvolti, si augurano che si tratti di un incidente.
«Era una ragazza speciale, che amava la danza e la musica che lavorava d'estate per pagarsi gli studi» ricordano «Non immaginiamo che qualcuno le volesse male».
Corriere Adriatico