Saldatore romeno uccide la compagna a coltellate: in carcere si punisce ficcandosi la scopa in un occhio

Saldatore romeno uccide la compagna a coltellate: in carcere si punisce ficcandosi la scopa in un occhio
Ha ucciso la sua compagna a coltellate, poi in carcere per punirsi, si è conficcato il manico di scopa in un occhio. Una storia dai contorni horror, quella...

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Ha ucciso la sua compagna a coltellate, poi in carcere per punirsi, si è conficcato il manico di scopa in un occhio. Una storia dai contorni horror, quella di Lilia Patranjel ammazzata nel salotto di casa, a Spinea, nel veneziano dal suo compagno, Alexandru Ianosi, un saldatore romeno 35enne, che ha confessato il delitto al telefono con i carabinieri, come scrive un articolo de Il Gazzettino.

 

 

 

Il gesto in cella

L'uomo, sentendo un servizio al telegiornale, dove veniva chiamato mostro per il delitto della donna, ha deciso di  punirsi con un gesto estremo, un'auto-punizione che lo ha portato in coma per alcuni giorni, per aver ucciso la compagna da cui aveva avuto anche un figlio. Nel frattempo l'iter giudiziario per l'uccisione della donna va avanti; per il pm l'accusa è di omicidio volontario aggravato dal legame della convivenza. La difesa del romeno, da parte sua, intende chiedere una perizia psichiatrica in modo da poter dimostrare che la sera del femminicidio, l'uomo non fosse in lui, mentre uccideva con decine di coltellate la sua compagna, che nel tentativo di difendersi era stata ferita in diverse parti del corpo.

 

 

 

Lo aveva lasciato

La sera della follia omicida, Lilia aveva deciso di lasciare il suo compagnno, stanca delle violenze continue, che lei aveva denunciato, salvo poi decidere di ritirare la querela. Il saldatore romeno, allora, aveva preso un coltello da cucina ed intorno alla mezzanotte l'ha uccisa, nel salotto di casa, dopodiché ha chiamato i carabinieri: «Venitemi a prendere, ho ucciso la mia compagna».

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Corriere Adriatico