Tre uomini commissionavano i furti di cani di razza, per lo più da caccia, e li rivendevano in tutta la provincia, per un giro di affari di diverse decine di migliaia di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I MICROCHIP - L’indagine ha permesso di scoprire che i soggetti avevano studiato nei minimi dettagli tutte le operazioni necessarie per non essere scoperti, provvedendo a togliere, senza la dovuta assistenza di alcun veterinario, i microchip identificativi e sottoponendo così i poveri cani a torture e sevizie di inaudita crudeltà, tanto che gli animali che non riuscivano a essere immessi nel mercato in nero venivano uccisi.
OLTRE 50 CANI - Durante le perquisizioni eseguite in due terreni agricoli situati a Cerveteri e a Cineto Romano, i Carabinieri di Cerveteri, unitamente a quelli di Vicovaro e delle Stazioni Carabinieri Forestale di Civitavecchia e Cineto Romano, nonché del Nucleo Cinofili Carabinieri di Roma, hanno trovato 54 cani, di cui 15 cuccioli, detenuti in gabbie costruite con reti metalliche, in gravissime condizioni igieniche, molti malati e malnutriti. Oltre agli animali, gli operanti hanno rinvenuto e sequestrato numerosi farmaci per uso veterinario, bisturi, siringhe monouso per impianto di microchip con i quali gli stessi venivano resi irrintracciabili nonché un collare in grado di emanare scariche elettriche tramite comando a distanza.
CARCASSE - Purtroppo, sul luogo sono state rinvenute anche le carcasse dei cani morti, di volatili e di un cinghiale cacciati di frodo. In possesso del 58enne, infine, i militari hanno trovato un fucile marca Franchi cal. 12, con matricola contraffatta e 100 cartucce dello stesso calibro. Per questo reato, l’uomo è stato anche arrestato e condotto presso la propria abitazione in regime degli arresti domiciliari, a disposizione dell’A.G. I cani sono stati affidati al canile di Cineto Romano e in attesa di restituiti ai legittimi proprietari, saranno ospitati, nei giorni a seguire, da alcune associazioni volontarie che hanno fornito la propria disponibilità. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico