Vicepreside vieta la minigonna al liceo: «Ai prof cade l'occhio». Le studentesse in rivolta reagiscono così

La vicepreside alle studentesse: «No minigonna, ai prof cade l'occhio». Al liceo è rivolta
Dopo la Francia, anche l'Italia: pochi giorni dopo la campagna d’oltralpe contro alcuni istituti che hanno vietato top e minigonne alle studentesse, anche a Roma succede...

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Dopo la Francia, anche l'Italia: pochi giorni dopo la campagna d’oltralpe contro alcuni istituti che hanno vietato top e minigonne alle studentesse, anche a Roma succede la stessa cosa al liceo Socrate. Le ragazze si sono infatti presentate a scuola in gonna dopo che lunedì 14, al primo giorno di scuola, la vicepreside aveva invitato le studentesse a mettere i pantaloni perché «al prof cade l'occhio».


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Una richiesta che ha creato tensione tra i ragazzi e le ragazze dell'istituto: «Ci siamo presentate in gonna perché quel messaggio della scuola sull’abbigliamento non poteva passare», hanno fatto sapere le studentesse, che sono andate a scuola in gonna o pantaloncini.«La nostra è una reazione pacifica, a scuola stiamo ancora senza banchi e alcuni di noi seguono le lezioni seduti a terra con i cuscini. Ci sono problemi seri da affrontare e risolvere». «Bisogna fare attenzione a quello che si dice alle ragazze», commenta uno studente a Il Messaggero: «Siamo in un’età delicata e riprendere le ragazze per le gonna senza provvedere ai banchi singoli ci sembra distogliere l’attenzione».

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COM'E' ANDATA «Il primo giorno di scuola la vicepreside ha chiamato fuori una mia compagna che indossava una gonna - ha raccontato a Repubblica una studentessa - Le ha detto che non era il caso di vestirsi in quel modo, che era provocante, e a qualche professore poteva cadere l’occhio. A quanto abbiamo saputo, la stessa frase è stata detta anche ad altre studentesse». Il passaparola tra ragazze ha portato poi alla rabbia prima, alla protesta poi.

LA REPLICA DEL PRESIDE Il preside Carlo Firmani però dice di non saperne nulla: «Il Socrate fa della libera espressione un punto fermo, per me è ovvio che tutti possono vestirsi come vogliono, gli unici limiti sono la Costituzione, il codice penale e un po’ di buon senso». «Avvierò delle verifiche - ha aggiunto a Repubblica - non oso pensare che una persona sia così poco attenta da esprimersi in un modo del genere».


IL MINISTERO A quanto si apprende il ministero dell'Istruzione, tramite l'Ufficio scolastico regionale del Lazio, ha chiesto un approfondimento su quanto accaduto.

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Corriere Adriatico