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«Correte, correte il ponte viene giù, il ponte viene giù», grida una ragazza immortalando tutto con il cellulare. Sono da poco trascorse le 23.30 di sabato 2 ottobre quando a Roma, al confine tra i quartieri Marconi e Ostiense, quello che è conosciuto come Ponte di “Ferro” inizia a sgretolarsi avvolto da una nube di fumo e dalle fiamme. È il Ponte dell’Industria, costruito tra il 1862 ed il 1863. Dei suoi 131 metri in pochissimi minuti ne viene giù una parte, avvolta dal fuoco, che plana su dei canneti e alcune baracche perdendosi poi nella corrente del fiume Tevere.
Roma, in fiamme il ponte dell'Industria
Immediato l’intervento dei vigili del fuoco per domare il rogo ed escludere la presenza dei feriti. A mezzanotte e trenta non risultano esserci persone coinvolte ma le operazione sono ancora tutte in corso e andranno avanti ancora per ore. Il fumo, l’odore violento dell’incendio e un’altissima percentuale di gas ha reso complicati gli interventi. Anche se, nonostante la vicinanza con alcuni quartieri che nel sabato sera di popolano di comitive e giovani come nel caso di via del Porto Fluviale il bilancio finale non segna feriti o intossicati. Per cercare di domare l’incendio ed evitare esplosioni collegate alla dispersione del gas sul posto in ausilio dei vigili del fuoco è stato distaccato anche un mezzo “Nbcr” solitamente destinato ad operazioni chimiche.
LE CAUSE
Ora resta una domanda: cosa è successo? Sull’origine del rogo da cui poi è scaturito parte del crollo i pompieri non escludono nessuna ipotesi: quella più verosimile è un cortocircuito da cui è partita la prima miccia o - ancora - una fuoriuscita di gas che ha innescato l’incendio.
INCREDULITA'
Foto e video postate da passanti e residenti che si sono trovati lì nel momento esatto del crollo raccontano e sintetizzano tutto lo spavento che ha squarciato la notte di Roma. Testimonianze dirette di una sciagura a poche ore dall’apertura dei seggi per il rinnovo dell’amministrazione comunale e dei quindici Municipi della Capitale. Inevitabilmente sotto accusa per voce dei romani finisce la manutenzione del ponte, la cui presunta assenza viene additata se non come causa, come concausa dell’incidente. «È crollato un pezzo di storia, da bambino venivo qui con mio padre, che c’era il consorzio agrario. Oggi l’inerzia di chi sarebbe dovuto intervenire ha ridotto in cenere tutti i nostri ricordi». Così all’Adnkronos Massimo, uno degli inquilini di un palazzo in via del porto fluviale, a pochi passi dal ponte dell’Industria. All’una di notte i vigili del fuoco avevano domato quasi per intero le fiamme oggi si passerà ad un altro capitolo: le analisi sulla staticità del ponte di “ferro” per escludere ulteriori crolli. Non si può dire al momento se l’intera struttura dovrà essere abbattuta per evitare successivi cedimenti. Naturalmente tutta l’area resterà interdetta al traffico e ai pedoni.
Corriere Adriatico