Ristoranti verso la riapertura, l'annuncio del ministro Patuanelli: «Presto i protocolli Cts»

Ristoranti verso la riapertura, l'annuncio del ministro Patuanelli: «Presto i protocolli Cts»
Una luce in fondo al tunnel per i ristoratori, che vedono all'orizzonte l'ipotesi di una riapertura in tempi brevi. Il ministro delle Politiche agricole Stefano...

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Una luce in fondo al tunnel per i ristoratori, che vedono all'orizzonte l'ipotesi di una riapertura in tempi brevi. Il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli è intervenuto in streaming oggi al Consiglio nazionale della Coldiretti, e ha annunciato che il Governo sta lavorando a dei protocolli per consentire la ripartenza del settore della ristorazione. I ristoranti sono ormai chiusi la sera dal dpcm di fine ottobre che introdusse il coprifuoco alle 22 (consentito solo l'asporto e il domicilio), mentre nelle Regioni gialle sono aperti soltanto a pranzo.

 

«Attraverso il Cts, Comitato tecnico scientifico del Ministero della Salute, stiamo lavorando a un protocollo per consentire alla ristorazione la ripartenza», ha detto Patuanelli. L'impatto della pandemia sulla ristorazione, ha aggiunto, «è un tema che conosco bene. Il Fondo pensato a inizio anno è stato utile, ma ora dobbiamo avere la forza di garantire alle persone di poter tornare al ristorante. Anche perché ci sono comparti fornitori, come quello del vino in grande sofferenza». Secondo la Coldiretti i ristoranti chiusi hanno provocato la mancata vendita di 11,5 miliardi di euro di cibo e vini.

 

Bonaccini: riaprire a cena dove si può

 

La proposta di Matteo Salvini sui ristoranti aperti anche a cena «è ragionevole». Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini a 'L'aria che tirà su La7, specificando che questo potrebbe valere «laddove nel territorio non si hanno troppi rischi di contagio». Cioé «dove le cose vanno in maniera migliore si può ragionare, con controlli più serrati, dove ci sono meno rischi», con l'obiettivo «di dare ossigeno a qualche attività».

 

Cibo e vini invenduti per 11,5 miliardi con ristoranti chiusi

 

Il crollo delle attività di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi dall'inizio della pandemia ha portato a vino e cibi invenduti per un valore di 11,5 miliardi, travolgendo interi settori dell'agroalimentare. A dirlo è la Coldiretti nel primo bilancio sull'impatto nella filiera agroalimentare delle chiusure a singhiozzo della ristorazione, presentato al Consiglio nazionale dove partecipa il ministro delle politiche Agricole Stefano Patuanelli. Le stime della Coldiretti parlano di 300 milioni di chili di carne bovina, 250 milioni di chili di pesce e frutti di mare e circa 200 milioni di bottiglie di vino, tutti prodotti mai arrivati sulle tavole dei locali costretti ad uno stop and go senza la possibilità di programmare gli acquisti.

 

Una situazione a fronte della quale, secondo il presidente Ettore Prandini «sarebbe importante consentire le aperture serali che valgono quasi l'80% del fatturato dei locali della ristorazione. Con l'arrivo del bel tempo le chiusure paradossalmente favoriscono gli assembramenti all'aperto su strade, piazze e lungomare, mentre nei locali - ricorda - sono state adottate importanti misure di sicurezza, come il distanziamento dei posti a sedere, il numero limitato e controllabile di accessi e la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso». Nell'attività di ristorazione, ricorda infine la Coldiretti, sono coinvolti circa 360 mila tra bar, mense, ristoranti e agriturismi nella Penisola ma le difficoltà si trasferiscono a cascata sulle 70 mila industrie alimentari e 740 mila aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture 3,6 milioni di posti di lavoro.

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Corriere Adriatico