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Se ne andava in giro al Parco del Castello dell'Aquila armato di un mattarello per rapinare lo straniero e connazionale di turno; non contento, dopo l’arresto, se l’era presa anche con i carabinieri perché a suo dire avevano ritardo il pasto nell’ora di pranzo.
Ora per Hassan Jihed, tunisino di 23 anni, irregolare sul territorio nazionale, già arrestato per rapina e lesioni aggravate, a gennaio si aprirà il processo dopo essere finito in carcere su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica dell’Aquila, Guido Cocco, al termine di indagini portate avanti dai carabinieri della Stazione dell’Aquila (diretti dal Luogotenente Benedetto Paolucci).
In sede di individuazione fotografica la parte offesa non ha avuto alcuna esitazione nel riconoscere il proprio aggressore che dopo qualche tempo si è reso responsabile di analoga rapina, sempre al Parco del Castello sempre ai danni di un giovane straniero, ferito stavolta anche con alcuni cocci di una bottiglia. Le sue grida avevano attirato l’attenzione dei militari in servizio di vigilanza che avevano fatto scattare le manette in flagranza di reato.
Portato nella camera di sicurezza del comando e a poche ora prima di comparire dinanzi il giudice del Tribunale per la convalida, il 23enne aveva aggredito i militari, “colpevoli” a suo dire di aver ritardato il pasto dell’ora di pranzo. Carabinieri che avevano dovuto fare ricorso alle cure del Pronto soccorso. Di qui l’arresto per il tunisino, seguito da altra misura cautelare a firma del Gip, Marco Billi che ha sottolineato nel provvedimento restrittivo (richiesto dal Pubblico ministero, Guido Cocco) il profilo “brutale” dell’ultima aggressione posta in essere dal ragazzo con tanto di minaccia di morte alla parte offesa, solo per impossessarsi del telefono cellulare del giovane marocchino.
Episodi di violenza che avevano destato indignazione soprattutto tra gli amanti delle passeggiate e più in generale delle famiglie, che frequentano l’area del Parco del Castello, diventato nel tempo e sempre più speso, teatro di zuffe e risse tra stranieri per accaparrarsi l’area da destinare a luogo di spaccio di sostanze stupefacenti.
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