Polonia, domani le elezioni. Muro sui migranti: referendum sui «clandestini»

Domani le elezioni e la sfida fra tusk e morawiecki si allarga il fronte contro il patto ue per i migranti

Migranti, la Polonia al voto fa muro: referendum sui «clandestini»
Sui migranti sono tutti d’accordo. Nel non volerli. Nella Polonia che si prepara alle elezioni legislative di domani, il motto è «stop...

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Sui migranti sono tutti d’accordo. Nel non volerli. Nella Polonia che si prepara alle elezioni legislative di domani, il motto è «stop all’immigrazione illegale». E questo vale sia per il premier uscente Mateusz Morawiecki, conservatore del PiS, sia per il capo dell’opposizione Donald Tusk, leader di una coalizione a trazione centrista e un passato da presidente del Consiglio europeo dal 2014 al 2019.

 

Tanto che il governo del quinto Paese Ue per dimensioni e popolazione ha deciso di abbinare alla consultazione un controverso referendum che chiede agli elettori se sono favorevoli o meno «all’ammissione di migliaia di migranti clandestini dal Medio Oriente e dall’Africa nell’ambito del meccanismo di ricollocazione forzata imposto dalla burocrazia europea». La riforma del Patto sulla migrazione e l’asilo in discussione nell’Ue (e a cui Varsavia si oppone con fermezza) non prescrive, in realtà, nessuna redistribuzione obbligatoria, ma solo misure di solidarietà nei confronti dei Paesi, come l’Italia, più esposti ai flussi. In Polonia, però, tanto basta per infiammare il dibattito, associando alle legislative una consultazione con cui il PiS spera di serrare i ranghi dei suoi sostenitori. 

 

In una serie di post social diventati virali durante l’estate, Tusk aveva accusato il governo di Varsavia di sbattere da una parte la porta a Bruxelles sull’intesa «che non porterebbe comunque migranti da noi», ma dall’altra di aprire la finestra ai visti facili: un riferimento allo scandalo della compravendita di almeno 250mila permessi concessi a cittadini asiatici e africani in cambio di tangenti per migliaia di euro ciascuno. Il caso ha scosso le istituzioni polacche nelle ultime settimane, fino alla rappresaglia della Germania, che ha reintrodotto dei controlli di polizia temporanei alla frontiera con la Polonia.

 

Il conservatore Morawiecki è dato per favorito dai sondaggi, ma il PiS potrebbe non ottenere da solo la maggioranza dei seggi e trovarsi costretto a rivolgersi a un nuovo partito di ultradestra in forte ascesa, che tuttavia non è detto dica di sì all’alleanza. Si tratta di Konfederacija, formazione dai toni anti-Ue, a favore delle armi libere, contro l’aborto anche in caso di stupro e scettica sugli aiuti all’Ucraina, dopo un anno e mezzo in cui Varsavia è stata tra i più convinti sostenitori di Kiev. Non mancano altre avvisaglie di turbolenza fra Polonia e Ue all’orizzonte: alla vigilia del voto, alcuni alti vertici dell’esercito si sono dimessi in polemica col governo, mentre la necessità di serrare i ranghi del voto degli agricoltori, solitamente vicini alla destra, ha portato il PiS a fare squadra con gli altri Paesi del blocco orientale chiudendo i confini e i mercati ai cereali importati dall’Ucraina e chiedendo e ottenendo da Bruxelles sussidi compensatori per i propri coltivatori. 

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Corriere Adriatico