L'arbitra Roberta Olivieri morta dopo l'intervento: donati gli organi. Oggi l'addio

L'arbitra Olivieri morta dopo l'intervento: il marito valuta un esposto
Si svolgono oggi alle 15, nella chiesa di San Giovanni Battista e San Benedetto Abate, i funerali di Roberta Olivieri, l’ex arbitro pescarese deceduto domenica in seguito a...

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Si svolgono oggi alle 15, nella chiesa di San Giovanni Battista e San Benedetto Abate, i funerali di Roberta Olivieri, l’ex arbitro pescarese deceduto domenica in seguito a un intervento di rimozione di una malformazione vascolare, presso l’ospedale di Frosinone. La salma è stata trasferita nella Dimora del silenzio di Montesilvano dove amici, parenti, colleghi del Conservatorio di Pescara ed ex colleghi dell’Aia di Pescara, hanno salutato la sfortunata 49enne, che nell’ultimo viaggio porta con sé una borsa realizzata da lei stessa a uncinetto.

Roberta era una perfetta padrona di casa, madre impeccabile dei suoi 3 ragazzi, oltre che un’impiegata scrupolosa. Al dolore per la prematura scomparsa si accavallano gli interrogativi sull’imprevisto e sconvolgente epilogo di un intervento giudicato di routine, al quale la paziente si era sottoposta a Frosinone incoraggiata dalle buone credenziali del reparto. Al momento la famiglia non ha presentato alcuna denuncia sul caso anche se il fratello Davide ha denunciato l’accaduto al direttore sanitario, paventando l’ipotesi di un’azione penale. Cuore, reni e polmoni dell’ex direttore di gara continuano a vivere nei donatori che hanno ricevuto gli organi espiantati. In un comunicato, l’Associazione italiana malati di reni ringrazia la famiglia della defunta e recita una preghiera per lei.

L’Associazione italiana arbitri esprime affetto verso la sua ex iscritta definendola «un esempio di entusiasmo, di lealtà, di rispetto e d’impegno che hai consegnato ai giovani arbitri di oggi». Rosanna Di Sciascio, ex arbitro, ricorda l’esperienza condivisa sui campi con la Olivieri: «È stata una delle direttrici gara, io sto arrivata dopo di lei ma eravamo poche a fare questo lavoro, coccolate dai colleghi ed orgogliose di essere pioniere in questo mondo. Ricordo il carattere forte di Roberta, la competenza, il senso dell’umorismo e l’ottimismo. Non sapevo di questa sua patologia, ma è una morte su cui si dovrebbe fare chiarezza». 

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Corriere Adriatico