La pendolare rinuncia al lavoro, treni del Lazio sempre in ritardo: «Quattro ore per arrivare a Roma»

Loredana Merlo, 48 anni, si è messa in aspettativa: e racconta perché

La pendolare rinuncia al lavoro, treni del Lazio sempre in ritardo: «Quattro ore per arrivare a Roma»
Rinunciare al lavoro per un viaggio "assurdo". Loredana Merlo, 48 anni, è una dei tanti pendolari del Lazio. Prende...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Rinunciare al lavoro per un viaggio "assurdo". Loredana Merlo, 48 anni, è una dei tanti pendolari del Lazio. Prende il treno da Manziana per arrivare a Roma tutti i giorni. «Ho sopportato neve, nubifragi e ritardi. Ma ora basta, rinuncio e faccio causa a Trenitalia», racconta al Corriere della Sera. Merlo, che fa la fisioterapista, impiegava un’oretta per arrivare alla clinica dove attualmente lavora. Ora ne impiega quattro. «Tra i pendolari ci sono anziani e bambini sottoposti a chemioterapia. È una vergogna intollerabile», dice ancora la donna. «Ho sopportato di tutto in questi anni, ma quello che sta accadendo negli ultimi giorni è surreale. Siamo allo sbando da inizio settembre, treni che scompaiono senza alcuna comunicazione, navette che non si sa dove prendere, ci lasciano in mezzo alla strada per ore sotto sole e pioggia», racconta.

 

 

Per questo la Merlo ha preso una decisione: «Ora non ho scelta. Ho cercato mezzi alternativi, ho perso tempo e salute. Lascio il mio posto da pendolare e mi metto in aspettativa non retribuita, nonostante paghi quasi 500 euro l’anno di abbonamento. Aspetto finché il servizio non tornerà normale senza sentirmi presa in giro da un’azienda che ci tratta come pedine». Intanto si è rivolta a uno studio legale per intentare una causa contro Trenitalia e chiedere risarcimenti per i danni subiti. «Non lo faccio per me, io mi sento una privilegiata, i miei datori di lavoro sono compresivi. Ma sono centinaia i cittadini che rischiano di perdere il posto. Spero che il mio percorso possa aiutare altri».

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico