Opzione donna, pensione anticipata a 59 anni e via il riferimento ai figli: ecco come potrebbe cambiare

Il governo è al lavoro per ampliare la platea delle beneficiarie a circa 2.900 lavoratrici

Opzione donna, pensione anticipata a 59 anni e via il riferimento ai figli: ecco come potrebbe cambiare
Il governo lavora per modificare Opzione donna ed allargare la platea delle beneficiarie. Attualmente ristretta, dopo i paletti inseriti nell'ultima manovra, a circa 2.900...

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Il governo lavora per modificare Opzione donna ed allargare la platea delle beneficiarie. Attualmente ristretta, dopo i paletti inseriti nell'ultima manovra, a circa 2.900 lavoratrici. Sul tavolo, quindi, c'è l'obiettivo di abbassare l'età per accedere a questa pensione anticipata, che potrebbe essere portata a 59 anni per tutte le lavoratrici. E, tra le ipotesi, anche quella di eliminare il riferimento alla presenza dei figli, variabile che nello schema in vigore consente di ridurre fino a due anni la soglia per l'uscita, da 60 a 58 anni, per alcune categorie. L'intenzione politica c'è, confermano da più parti, si tratta di capire quante risorse sono disponibili e di lì dare l'ok alla soluzione possibile per quest'anno. In attesa della riforma delle pensioni, che si punta a mettere in campo dal 2024.

 

Opzione donna, ecco come cambia

«Il ministero ha fatto più proiezioni, le ha già mandate anche al Mef in modo che sia possibile determinare i costi delle eventuali modifiche. Sono in attesa, spero di avere risposte a breve, per fare in modo che alcune parti della norma inserita in manovra possano essere risistemate», spiega la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, al termine della cerimonia al Quirinale per la Giornata internazionale della donna. Oggi l'accesso ad Opzione donna è limitato. L'ultima legge di Bilancio ha lasciato la soglia minima dei contributi a 35 anni ma ha alzato l'età a 60 anni, che viene ridotta di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni (quindi a 59 anni con un figlio e 58 anni con due o più figli), e per tre categorie di lavoratrici: caregiver, invalide al 74%, licenziate o dipendenti da imprese in crisi. Solo in quest'ultimo caso la riduzione a 58 anni è automatica. La ministra conferma che quella di eliminare il riferimento ai figli «è una delle ipotesi» al vaglio e sulla soglia anagrafica sostiene che «potrebbe essere utile unificare l'età» di uscita per le lavoratrici dipendenti e autonome.

 

 

 

Le ipotesi sul tavolo

La differenza che viene dall'impianto precedente (58 anni se dipendenti e 59 anni se autonome) «non la comprendo a livello di impostazione perché, anzi, le carriere delle lavoratrici autonome sono ancor più caratterizzate da momenti di discontinuità», rimarca Calderone. Intanto rispondendo ad una interpellanza in commissione Lavoro del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Franco Mari, il sottosegretario Claudio Durigon ha detto che è sul tavolo del governo anche l'ipotesi di inserire la professione di portalettere tra quelle usuranti«. Per Mori »sarebbe doveroso riconoscere la qualità usurante di questo lavoro che si svolge tutto all'aperto, in mezzo al traffico urbano, e comporta diverse patologie come artrosi, ernie, bronchite, polmoniti e purtroppo molte altre«.

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Corriere Adriatico